Segnatevi questo nome, ne sentirete ancora parlare, c'è da giurarci: Elizabeth Anka Vajagic, sangue croato che pulsa in un cuore folk-noir. Segnatevelo, altrimenti non continuo. Ora ci siamo.
La tenebrosa Elisabeth incide grazie alla canadese Costellation, ma non fatevi tranne in inganno, voi giovani bramosi di pulsazioni post: sebbene a dar man forte alla fanciulla accorrano elementi di Godspeed You! Black Emperor e Silver Mt. Zion, non è da quelle parti che ci si muove, tutt’altro. Qui gli strumenti non sono lasciati fluire, ma è la voce che sovrasta, ora leggera come una piuma ora affilata come un coltello, ora pesante come un macigno. Per capirlo, bastano i primi interminabili minuti di "With Hopes Lost", una di quelle canzoni che fanno presto a prenderti per mano e a portarti lontano, cupa dolorosa litania vicina ai Black Heart Procession di "1", verso i quali la Vajagic sembra in debito di parecchia ispirazione, seppure personalizzata in maniera dolorosamente efficace.
Il mondo della Vajagic è fatto di tenebre e bruciori, afflizione e desolazione che si traducono in chitarre lamentose e ritmi sulfurei, quasi che la musica funga solo da cornice alle pennellate dettate dalla voce, attraverso racconti di una struggente malinconia.
Dimenticate ogni barlume di modernità: la Vajagic ci spinge all'indietro, fin alle origini del canto, quando non importava cosa si suonasse, purchè le orecchie ascoltassero e la mente venisse accompagnata all'interno dei racconti della vita e della morte. E "Stand with the stillness of this day" non è altro che una raccolta di storie, prima che una raccolta di canzoni. Musica essenzialmente per voce e chitarra, come una Joni Mitchell ridotta all’osso. Qui la voce è accompagnata da un basso a spasso per cimiteri, e giurerei d’aver visto i Joy Division nuovamente al completo danzare tra le bare; lì si inserisce dolente il piano, e Nick Cave sorseggia whiskey e raduna i fantasmi. Potrei continuare in eterno, e dire che altrove tutto ciò mi ricorda i primi - indimenticabili - Tarnation, verso la fine ho avuto un brivido e ricordi Mazzy Star si alternavano ai migliori momenti della migliore Linda Perry. Quando la voce si fa sensuale e morbida, ecco che mi rimembra della tenebrosa e mai abbastanza amata Jennifer Charles.
Suvvia, ragazzi, potrei continuare così all’infinito, e questa è una buona cosa, perché dimostra come questa ragazza mi sia entrata dentro. Ma qualcosa mi turba, perché è successo troppo in fretta, e io non capisco. O, forse, è successo troppo violentemente, e la mia è solo una reazione gelosa, ecco : ho solo paura che questa fanciulla finisca per offuscare tutti i miei giovanili amori a cui - di continuo - mi ricorda senza rimorso.
Segnatevi questo nome, se prima mi avete ingannato, ve ne prego.
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