Seduzione dal pulpito osceno di una consolle meccanica. Carne misticizzata dal ritmo ferroso post-techno. Amplessi di tenue rumoreggiare di beats. 
La musica di Ellen Allien, pioniera della scena underground elettronica tedesca, riesce sempre a mantenersi interessante ed individuabile grazie al suo picco scenico, in grado di rendere i suoi momenti techno-minimal o glitch ascoltabili anche al buio, nel silenzio più profondo. è emozione questo continuo abbracciarsi di suoni alieni, è un thrill. Un fremito lanciato nella notte, come una caramella gettata nel vuoto.

Musica da dancefloor con un anima, che scorre come un treno veloce e narcotizza il cervello. Tra le tempie, le eclissi. Tramonti. Stelle. Crepuscoli. Abissi.

Seduzione, amore, perdizione in un brano come "My Body Is Your Body", punto di contatto tra la sperimentazione elettronica e un cantato molto easy listening, che si riduce a solo due parole ripetute in loop. Terrori in salsa horror in un brano di grande notevolezza come "Washing Machine Is Speaking", battito viscerale e illusioni di synth nel vuoto. Un pugno in pieno volto.

La bellezza che scatena un brano ellittico e sospeso come l'apripista "Come", sussurrante e avvolgente biglietto da visita per il limbo, che poi trascina nei vulcani impazziti di "The Brain Is Lost", oggetto di culto per il clubbing, strepitante nella sua meravigliosa voglia di vivere e scatenarsi, diventando terribilmente contagiosa, ma con classe. "Down", quasi 8-bit, trascina in territori acidi e colorati, spezzando lo stabile ponte tra realtà e sogno. E improvvisamente, si fa quasi pop. 

"Ghost" sembra anticipare alcuni passaggi del synth usato dai Portishead in "Third" e rievoca nostalgie e delusioni, senza mai pronunciarsi o imporsi. L'inquieto avvolgersi di rincorse e campi desolati, di oceani che si dipingono di nero e vertici che si disconnettono con distruzioni elettroniche. Quasi nenie, quasi noise. Atmosfera sepolcrale e non-ritorno. "Cloudy City", che parte con il botto e non molla più, e l'irresistibile chiusura di "Magma", eccellente brano che sa osare con stile e originalità, riuscendo sia ad incuriosire che coinvolgere.

Un piccolo grande disco, che è l'emblema di uno dei fenomeni più interessanti della scena elettronica contemporanea. In grado, persino, di scatenare qualche brivido dagli atoni tocchi elettronici e la caustica freddezza della voce. Di certo, non lascia indifferenti. Da recuperare.  

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