Tra le innumerevoli gemme rare della lunga e gloriosa carriera dei Dream Theater non si può non annoverare "A Change Of Seasons", una meravigliosa suite di 23 minuti e 9 secondi composta nel 1989, pubblicata nel 1995 sotto forma di EP e accompagnata da quatto deliziosi tributi live ad alcuni grandi ispiratori di Petrucci, Portnoy, LaBrie e soci: un medley dei Led Zeppelin, un "Big Medley" comprendente sezioni di "Bohemian Rhapsody" dei Queen e "In The Flesh?" dei Pink Floyd, "Perfect Strangers" dei Deep Purple e, soprattutto, "Funeral For A Friend/Love Lies Bleeding" di tale Elton John: una marcia funebre maestosa, commovente, emozionante che si trasforma in una trascinante cavalcata a metà tra rock e pop, geniale e orecchiabile. Tutto questo non poteva certo lasciare insensibile la mia insaziabile curiosità e così, in uno dei miei consueti raptus di follia, decisi di acquistare questo "Goodbye Yellow Brick Road", senza sapere se sarebbe stato l'inizio di un nuovo grande amore o se, dopo un ascolto o due, lo avrei lasciato marcire in uno scaffale come "Antichrist Superstar" di Marilena Mansoni o "Get A Grip" degli Aerosmith.
Conclusione: non è stato l'inizio di un grande amore ma neanche un bidone da sbolognare il prima possibile: un disco un po' troppo sovrabbondante (originariamente un doppio LP, e 17 canzoni sono tante, forse troppe) ma le perle ci sono: la già citata "Funeral For A Friend/Love Lies Bleeding", che nella versione originale risulta più soffusa, più tesa e più sporca nella parte strumentale, mentre in quella cantata il buon Elton, anche se artefice di una buona performance, non regge assolutamente il confronto con Jamie LaBrie. Il meglio il nostro cantante-pianista lo dà in ballate assolutamente magnifiche, da pelle d'oca come "Candle In The Wind", omaggio a Marilyn Monroe nonché amara riflessione sui meccanismi perversi della celebrità, e soprattutto nella mia canzone preferita dell'album, in cui EJ offre davvero il meglio di se, la sognante, malinconica e dolcissima "Roy Rogers". Altro episodio da 10 e lode è sicuramente la titletrack, una pop song di fattura davvero eccelsa, praticamente perfetta in tutto: atmosfera, voce, arrangiamenti e testo, seguita da un'altra perla come l'enigmatica e onirica "This Song Has No Title"
Accanto a questi highlights troviamo altri brani di tutto rispetto: lo scanzonato esperimento reggae "Jamaica Jerk-Off", la stralunata e teatrale "Bennie And The Jets", "Grey Seal", potenziale capolavoro rovinato da un ritornello non all'altezza, "Sweet Painted Lady", bellissima nella sua atmosfera stile Mary Poppins e il duo finale, composto dall'allegra marcetta "Social Disease" e dalla breve, agrodolce e sfuggente "Harmony".
Quelle che ho citato sono, in un modo o nell'altro, tutte belle canzoni da ascoltare, canticchiare o fischiettare con una certa regolarità: per sognare, per rilassarsi, per ritrovare il buonumore o semplicemente perché fanno bene alla salute, ciononostante il buon Elton, in questo medesimo album, ci rifila anche delle sole del calibro di "All The Girls Love Alice" o gli episodi più ""rock"" come "Your Sister Can't ecc ecc..." o "Saturday Night ecc ecc..." che non stano in piedi manco con le stampelle, mentre "Dirty Little Girl", "I've Seen That Movie Too" e "The Ballad Of Danny Bailey" aggiungono un inutile supplemento di noia a un album altrimenti perfetto, facendo così abbassare il mio voto di ben due stelline (I'm sorry Elton...)
Nel complesso, un album che conservo con grande affetto, nobilitato da alcuni diamanti del pop che non smettono mai di lasciarsi ascoltare, forse non si tratta di un capolavoro imprescindibile ma sicuramente di una chicca da avere per impreziosire la propria collezione, anche perché, come già dissi in una mia vecchia recensione, fare musica pop di qualità è una delle cose più difficili del modo, forse anche più difficile che scrivere canzoni come "A Change Of Seasons"...
"And Roy Rogers is riding tonight, returning to our silver screens. Comic book characters never grow old, evergreen heroes whose stories were told. The great sequin cowboy who sing on the plans, of roundups and rustlers and home on the range, turn on the TV, shut out the lights, Roy Rodgers is riding tonight..."
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