Oggi vi parlo del disco che nel 2003, venti anni fa, mi fece avvicinare a Elton John, di cui ad oggi conosco praticamente tutta la produzione.
One night only, live del 2000, che a dispetto del titolo contiene il materiale di due serate, detiene un record, ovvero quello di essere stato messo in commercio a meno di un mese all'esecuzione al Madison Square Garden di New York, luogo prediletto del pianista.
In scaletta tutti brani ultra famosi, con l'aggiunta di due hits, Daniel e The bitch is back, per la versione statunitense dell'album. Da italiano posseggo la versione con 15 canzoni.
Il primo ascolto lo diedi nel maggio 2003, ascoltando solo, per la prima volta, Goodbye yellow brick road e Philadelphia freedom. Ma nel mese successivo entrai in fissa solo con altre quattro canzoni, ovvero Rocket man, jingle dei Cerealix Mulino Bianco; Candle in the Wind, e solo lì seppi che la dedica a Lady Diana era una rilettura; Crocodile rock, che conoscevo di nome; e Your Song, il cui testo fu portato a scuola da un compagno nell'ottobre 2002, e là nacque lo spunto verso la passione per Elton.
Nel marzo 2004 riprendo in mano il cd dopo mesi e approfondisco il resto della scaletta. Le ultime imparate furono Saturday night's alright e Bennie and The Jets.
Da un punto di vista tecnico, col senno di poi, rimane l'ultimo live ad uscire in cd e indubbiamente il peggiore se paragonato a 17-11-70, Here and There e Live in Australia. Il Reginald Dwight del 2000 era ben diverso da quello dei fasti. L'operazione alle corde vocali nel 1986 lo aveva reso con un registro più basso. Inoltre in questo live sono presenti forse troppi musicisti e troppi duetti, alcuni discutibili. Personalmente preferisco, tra questi, quelli con Brian Adams e Mary J. Bleidge. Quest'ultima la associavo a Jenny B, cantante che partecipò a Sanremo 2001 e poi fu scelta per la Corrida, che in quel periodo vedevo.
Da un punto di vista affettivo, è il disco che mi apre le porte sia dell'Elton romantico che di quello rock, e mi porterà, nell'ottobre 2004, ad acquistare il Greatest hits 1970-2002.
Un aspetto che voglio sottolineare è come le canzoni entrano nella vita dell'ascoltatore fino a far coincidere artista e pubblico.
Resta memorabile una volta a giugno 2004, avevo una maglietta con scritto Villanova, feci suonare tutto il disco da solo in casa mimando Elton al piano! A fine "concerto" ero sudatissimo ed emozionato.
Al disco tre stelle tecnicamente, 4 affettive.
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