La classica raccolta di B-Sides, rarità e stuzzicherie varie è un must per tutti i cantanti/le band arrivati/e ad un certo livello; non si nega a nessuno, neppure a Vasco Rossi, e quando è fatta bene diventa un'interessante occasione per conoscere più approfonditamente un determinato musicista: come ad esempio questo doppio CD di Elton John, "Rare Masters" del 1992; e considerabile a tutti gli effetti come la terza release per spessore ed importanza dell'EJ degli anni '90, dopo gli album "Made In England" e "The One". In un viaggio che dura dal 1968 al 1975 questa raccolta riporta alla luce un bel po' di gioielli altrimenti destinanti a rimanere confinati nel limbo delle rarità per collezionisti; certo, insieme anche a qualche rimasuglio insignificante e con qualche esclusione eccellente, ma in una decade in cui il percorso artistico del Nostro incespica tra insulsaggini come "Circle Of Life", raccolte totalmente e completamente inutili ("Love Songs") e discutibilissime riedizioni di "Candle In The Wind" un'operazione come questa è oro colato, sia dal punto di vista dell'interesse storico che da quello musicale.
In rigoroso ordine cronologico, "Rare Masters" si apre con il primo singolo pubblicato a nome Elton John, "I've Been Loving You": interamente scritta e composta da Elton, questa canzone dalla melodia orchestrata di gusto tipicamente 60's è orecchiabile, trascinante e comunicativa pur senza troppe pretese e arrangiata alla perfezione; praticamente un lampante esempio di come il pop dovrebbe essere nonché preludio di una carriera destinata al più brillante degli esiti. "I've Been Loving You" fa da apripista ad una manciata di brani provenienti dal periodo "Empty Sky", di cui conservano il particolare fascino velato di sottile amarezza e le tinte vagamente rock/psichedelico: "Lady Samantha", "Just Like Strange Rain" e "It's Me That You Need" sia a livello lirico che compositivo sono dei piccoli capolavori; ci vuole un bel coraggio a chiamarli outtakes; manca solo "A Dandelion Dies In The Wind", inspiegabilmente ed ingiustificatamente esclusa per completare il ritratto di questo primissimo Elton John, tanto sottovalutato quanto interessante ed ispiratissimo, ma il viaggio nel tempo continua con un trittico risalente al 1970, che comprende il graffiante rock orchestrale di "Bad Side Of The Moon", già immortalata nel live "11-17-70" e "Rock And Roll Madonna", nonché la versione originale di "Grey Seal", che a mio parere in questa veste meno enfatica e arrangiata rende molto meglio l'atmosfera stralunata e nonsense evocata dal testo rispetto alla versione di "Goodbye Yellow Brick Road" .
La seconda parte del primo CD è interamente occupata da una rarità per collezionisti mai ristampata se non in questo formato, ovvero la colonna sonora del film "Friends" (1971) composta insieme a Paul Buckmaster: questo interessante esperimento, accanto ad episodi abbastanza fini a sé stessi se presi singolarmente come la suite strumentale di 11 minuti "Four Moods" ed altri non esattamente memorabili ("Can I Put You On", "Honey Roll") presenta alcune bellissime canzoni come "Friends", "Seasons" e "Michelle's Song", ballate malinconiche in cui la voce calda ed espressiva di un Elton John al top della forma viene magistralmente affiancata dalle vellutate ed avvolgenti orchestrazioni di Paul Buckmaster, andando così a perfezionare una collaborazione che da lì a poco darà vita ad un album del calibro di "Madman Across The Water".
Ed è proprio da "Madman Across The Water" (la canzone) che parte il secondo CD di "Rare Masters", riproponendola in una corposa versione di quasi nove minuti di durata caratterizzata da un lungo assolo, proveniente dalle sessions di "Tumbleweed Connection" così come "Into The Old Man's Shoes", raffinata e malinconica ballata orchestrale completamente immersa nelle atmosfere del suo album di provenienza e la ritmata e trascinante "Rock Me When He's Gone", che presenta sonorità quasi honky tonk come molti altri brani di questo secondo CD; la versione originale di "Slave", molto più tirata ed efficace rispetto a quella definitiva "Whenever You're Ready (We'll Go Steady Again)", "Let Me Be Your Car", originalmente composta per Rod Stewart e la brevissima (1:51) ma altrettanto spassosa "Jack Rabbit". Momento di grande energia e valore storico è senza dubbio "I Saw Her Standing There", cover dei Beatles eseguita live al MSG di New York nel 1975 insieme all'amico John Lennon, che viene tributato anche con una pregevole cover di "One Day At A Time", proveniente dal periodo di "Captain Fantastic..." così come l'intrigante "House Of Cards", che in un tale capolavoro avrebbe fatto una bellissima figura, come anche, e a maggior ragione, la malinconica ballata "Planes", esclusa eccellente di "Rock Of The Westies".
Su un livello più basso invece si posizionano "Screw You", "Sick City" e "Cold Highway", canzoni di buon livello ma nettamente sotto la media dei rispettivi albums ("Don't Shoot Me..." per la prima, "Caribou" per le altre due), la melensa "Sugar On The Floor", composta per Kiki Dee e soprattutto il singolo natalizio "Step Into Christmas" (1973) e la relativa B-side "Ho! Ho! Ho! Who'd Be A Turkey At Christmas", canzonette senza particolare spessore che finiscono per risultare stupidotte dopo pochi ascolti, soprattutto la seconda con il suo chorus ridanciano abbastanza irritante.
Il titolo di ciliegina sulla torta di questa raccolta va senza dubbio alla versione alternativa di "Skyline Pigeon" (1973) in cui il pianoforte si sostituisce al clavicembalo dell'originale eliminandone le venature barocche e mostrando la canzone in tutta la sua struggente essenzialità, ma come ho già detto "Rare Masters" nel suo insieme è senza dubbio una delle idee più felici ed intelligenti dell'Elton John novantiano, che qui si mostra nel suo periodo d'oro camaleontico come non mai, padroneggiando l'arte di comporre musica Pop (P maiuscola) con assoluta sicurezza e maestria.
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