Poco tempo fa ho parlato dell'ultimo capitolo targato Eluvium e rilasciato nel febbraio di quest'anno. Ora mi accingo a recensire il primo lavoro di Matthew Cooper, "Lambent material" del 2003. Da quest'album tante cose sono cambiate nel modo di comporre musica. Se infatti negli ultimi anni ed in particolare con i due lavori Copia e Similes, le composizioni hanno preso un loro verso, qui in questo lavoro dalla criptica copertina, la creazione di Eluvium è ancora molto lontana dalla sua completa realizzazzione. Infatti nei suoi ultimi due dischi, Cooper ha elaborato un personalissimo ambient orchestrale/elettronico ma comunque ben definito, in particolare dal massiccio utilizzo di tastiere e synth. In Lambent material si possono già riconoscere gli elementi caratterizzanti della musica dell'artista ma su tutto il lavoro aleggia una sensazione di indefinito, così che le tracce sembrano quasi incomplete.
Sensazione di incompletezza che possiamo percepire pienamente già nelle prima "The unfinished", sconnessa melodia di rara bellezza. Il suono è ovattato, quasi distante e il forte contributo delle tastiere dona un'ulteriore aura di metafisicità alla canzone. Su queste coordinate frastagliate si snodano tutte e cinque le song del disco. Un disco che purtroppo è figlio dell'inesperienza e a tratti, Cooper nel voler mostrare a tutti i costi il suo livello artistico realizza song sconclusionate. Ne è l'esempio la lunghissima "Zerthis was a shivering human image". Oltre 15 minuti di ossessionante ripetizione sonora. Una nenia che sembra ripetersi all'infinito, stridente, in dissonanza con il resto del lavoro.
Lambent material è un'opera complessa, come del resto lo sono anche le altre di Matthew Cooper. Quì però, al contrario dei suoi lavori successivi, ed in particolare degli ultimi due, la concezione musicale di Eluvium non è ancora definita appieno. Si intravedono le grandi capacità tecniche nel riuscire a delineare la musica di un momento. Eluvium è capace di far suo il "carpe diem" e dar vita a melodie fuori dal tempo e dallo spazio. Una musica che scavalca le categorie spazio/temporali ma che sa anche essere trascendente, senza soluzione di continuità. O ossessiva o multiforme. Tutte queste sono caratteristiche che verranno unite in un impasto perfetto negli anni successivi.
Con "Lambent material", Cooper, ha prodotto il primo vagito di una carriera che continuerà ad evolversi con il passare del tempo, attimo dopo attimo...
1. "The Unfinished" (4:38)
2. "Under The Water It Glowed" (5:09)
3. "There Wasn't Anything" (4:40)
4. "Zerthis Was A Shivering Human Image" (15:35)
5. "I Am So Much More Me That You Are Perfectly You" (5:49)
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