Dal 2003 Eluvium sta facendo vedere il suo talento sulla scena della musica ambientale. Eluvium, o anche Matthew Cooper, ha sfornato 4 opere di pregevole fattura stupendoci sempre di più per le incredibili capacità che egli possiede di trasportarci all'interno di scenari fantastici, dove non ti è chiaro quello che ti circonda, ma dal quale vieni attratto a causa di un irrefrenabile voglia di perfezione. Così accade nelle prime quattro tracce dell'album, e senti di aver capito che quel senso di inappagatezza che pervade l'essere umano sembra ormai solo un antico ricordo, come qualcosa che non sia mai esistito.
Le quinta traccia dell'album sembra portarti coi piedi per terra, e poco a poco quel incredibile senso di vaghezza che copriva l'intero immaginario sembra prendere forma in un enorme foresta scura formata da grandi alberi ultracentenari e da una fitta vegetazione, con pericoli che si trovano dietro ad ogni angolo; e così l'appagamento diventa paura. La sesta traccia si presenta come una sorta di trittico di cacciaguida dove viene spiegato all'ascoltatore il significato di questo viaggio spirituale, la vita è un immersione di gioia pace e tranquillità dove il materialismo non conribuisce alla soddisfazione del proprio ego. La settima traccia si presenta come la via della purificazione dove possiamo liberarci da tutti i mali che ci hanno colpiti e da tutti i pensieri che tormentavano la nostra felicità. L'ultima traccia è un lento ritorno alla realtà, ma il messaggio ormai è nelle nostre mani e dobbiamo solo cercare di non farlo infangare da tutto quello che tormenta l'essere umano.
Un album che sfiora la perfezione, come gli altri del nostro caro artista. Da far accapponare la pelle. Per gli amanti di Brian Eno questo lavoro è assolutamente da ascoltare; per gli amanti del krautrock, parte Tangerine Dream e Cluster, un disco assolutamento consigliato.
Carico i commenti... con calma