Non ci siamo.
Partiamo dal presupposto che ci troviamo di fronte ad una delle poche band nel panorama Metal attuale che si propone come una sorta di "work in progress" continuo.
Notiamo infatti come di album in album il gruppo abbia presentato una forte connotazione Folk Metal prima, passando poi per una predominanza di elementi Power Metal, fino ad inserire nei propri album brani che non sfigurerebbero in una tracklist Death Metal (vedi l'album "The Scythe").
Di conseguenza l'ultimo album, "Red Silent Tides" non può essere avulso dal percorso musicale della band, e quindi deve necessariamente essere giudicato come un passo nella crescita musicale del gruppo.
Da questo punto di vista, rappresenta più una involuzione che una evoluzione.
Persa quasi del tutto la vena Death, rifà capolino timidamente l'atmosfera Folk che sembrava irrimediabilmente scomparsa con "The Scythe".
E fin qua non ci sarebbe nulla di male. Peccato che insieme al Folk riappare quel Power molto melodico (commerciale!?) che trovavamo in tracce come "The Divided Heart"; prove evidenti di ciò le troviamo in particolare in due tracce dell'album che stiamo analizzando: "The Last Hour" e il singolo, alquanto deboluccio, "The Cabal".
E' quindi questo un album da stroncare in partenza?
No.
Perchè accanto a questi "difetti" vi sono anche delle buone prove del gruppo, quali la traccia n°3 "Silence de Mort" che si caratterizza per una ventata di oscurità e gelo quasi Doom, o l'ottima "Runereader".
Concludendo, una involuzione nel sound degli Elvenking, che però lascia aperte un bel po' di opzioni per il futuro; alcune inopinabili, ma altre molto interessanti.
Da comprare? Se siete estimatori di questa band, che ricordiamo è uno dei pochi motivi di orgoglio italiani per quanto concerne il Metal, si.
Altrimenti non penso valga la pena di acquistare un Album per poi ascoltarne nemmeno la metà.
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