Musicista tra i più interessanti del periodo fine-settanta & primi-ottanta, tra new-wave e qualche residua graffiata punk-rock, il buon Elvis non è qui al suo meglio. GOODBYE CRUEL WORLD è un album del 1984 che ci rifila una dozzina di brani con un occhio al pop “sintetico” di quegli anni senza peraltro riuscire ad essere davvero “commerciali”, mentre la produzione un po’ sovraccarica di Clive Langer e Alan Winstanley (i Madness nel loro carniere) non brilla certo per originalità.

Comunque - al netto dei sintetizzatori – metterei tra le cose migliori «Room With No Number»; «The Comedians»; «Sour Milk-Cow Blues» e la conclusiva «Peace In Our Time» che hanno una certa personalità. Trovo pure carina – ma niente di più - «The Only Flame In Town» che fu uno dei due singoli estratti, mentre l’altro - «I Wanna Be Loved» - unico pezzo non firmato da lui stesso, ha un discreto assolo di sassofono (Gary Barnacle, già con i Clash), ma per il resto mi sembra piuttosto insipido.

Le altre canzoni davvero non mi convincono e in generale i testi – per una volta che ci sono – si rivelano complicati e inconcludenti, mentre nella musica mai che ci sia un “gancio” davvero significativo. Enigmatica - ma ci può stare - l’immagine di copertina; la grafica sul retro è invece un po’ pasticciata, così che le informazioni tecniche si leggono a fatica.

In conclusione: un album che ha fatto il suo tempo e che oggi fatico a ripescare. Per chi volesse scoprire il giovane Elvis Costello (qui ha appena trent’anni e ha già pubblicato ben otto dischi) c’è materiale molto migliore negli album precedenti, mentre altre buone cose arriveranno col tempo. Questo, pur se non è da buttare, meglio lasciarlo ai collezionisti!

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