Il signor Presley ha 35 anni, e la sua scorpacciata di successo comicia a saziarlo.
Adesso non importa più conquistare le ragazzine e le casalinghe oppresse con le sue tipiche torch songs all'insegna dell'amore adulto o della passione adolescenziale. Così, in piena era d'invasione rock da ogni fronte, viene presa dai produttori e dallo stesso la decisione di comporre un concept in salsa country, che mostra maggiormente gli aspetti celati della vita di Elvis.
Osservando solamente la cover raffigurante l'artista in età infantile e leggendo titolo e sottotitolo (I'm 10,000 Years Old) si ha l'idea di una presunta crisi interiore. Magari il performer sente davvero il peso degli anni e delle responsabilità sulle ossa.
Così, tra un brano e l'altro, piccole parti del pezzo I Was Born About Ten Thousand Years Ago (curiosamente assente dalla tracklist) fungono da ponte sonoro accompagnando in maniera onnipresente le diverse interpretazioni in chiave bluegrass e rockabilly.
La marziale Tomorrow Never Comes e l'inesorabile Make The World Go Away sono pura sofferenza, che ben presto prende il sopravvento sulla frenesia delle altre incursioni musicali.
È un particolare momento personale ed artistico della famosa icona, e le composizioni dell'album in questione vengono talvolta oscurate in favore delle solite cover o colonne sonore appartenenti alla sua ricca discografia.
L'immagine di quel ciuffo ribelle tanto osannata ed imitata da milioni di giovani venne contaminata dalla realtà. La trasformazione a causa degli eccessi e della depressione fu inquietante, da re a giullare.
Elvis Country è un eccellente miscuglio made in USA rigorosamente ancorato a certe tradizioni sonore, e sicuramente una delle migliori uscite da parte di un ragazzo cresciuto dal popolo.
Il popolo ti erge, ti ama e ti sacrifica in nome dello scoop e della notizia a tutti i costi. Se risorgi non puoi più andartene.
E chissà se al tizio, sia fregato o meno dell'immortalità.
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