Realtà ben consolidata quella di Mutatiis, del progetto Elysian Blaze, nata in una terra quantomai insapettata per il genere che propone, se non altro ha il privilegio di scardinare il ridicolo luogo comune che prevede i depressi abitare solo in castelli diroccati in Nordonia, dove l'inverno dura undici mesi l'anno, e dove i fiori nascono già morti, congelati dal permafrost.
Qui siamo in Australia. E in Australia c'è Mutatiis. E Mutatiis è depresso. Cold Walls And Apparitions esce nel 2005, album classificabile come Funeral Doom, ma al solito, le etichette lasciano fuori sempre tanta roba. Di certo l'opener non tarda ad introdurre la giusta atmosfera, aprendo con un gelido arpeggio melodico, subito sferzato dal cadenzare di chitarre affilate, finchè nell'invadenza ossessiva e persecutoria di una drum machine si inserisce una voce distortissima e offuscata. La traccia successiva "Funeral Possession" è forse la più evocativa dell'album, un intrecciarsi di arpeggi e cori a cui si aggiunge una distante voce femminile, che si svolgono lentamente in un climax crescente della stratificazione sonora. Forse un raggio di luce nella cantina polverosa dell'artwork. Ma è un attimo, e già con "Sleeping With Corpses" si discende nella più nera claustrofobia, una traccia interamente strumentale, costruita su pesanti silenzi che intercorrono tra note di pianoforte e passi di avvicinamento. "The Altar Of Necromansy" e "Walking On The Winds Of Sin" sfoggiano la solita pesantezza di accordi, che si trascinano interminabili, dove lo scream si fa sempre più malsano. Chiude "A Colder Wall", chitarre e sintetizzatori. Infinitamente mesta.
L'ascolto di quest'album lascia sensazioni molteplici. Un profondo senso di malessere prima di tutto. Ma non solo. Resta la grandezza e l'epicità di composizioni profondamente evocative. Diventa allora un viaggio dove le tenebre non fanno poi così paura
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