"[...] That german hippy group (Embryo) where Mal (Waldron) use to play; they are doing interesting things. You know man? They are creative, good musicians, just playing good shit."
Miles Davis, Barcelona 1975.
Questa "ironica" frase di Miles Davis sintetizza benissimo l'essenza degli Embryo.
Opal (1970), il loro primo lavoro, è un'opera di sconfinato splendore e caratterizzata dalle molteplici influenze.
Contaminazioni, certo, umori mediterranei, mediorientali, etnici, sapientemente amalgamati in una matrice prettamente jazz con venature psichedeliche oltre che moderatamente cosmiche. Paradigmatico in tal senso l'ultimo brano "People From Out The Space" (già "cosmico" lo stesso titolo). Il brano, un caleidoscopico e roboante impasto sonoro, si fregia di atmosfere "rarefatte", dilatate ed arricchite da superbi arabeschi fiatistici, percussioni tribali, scorribande psichedeliche il tutto all'insegna di un free selvaggio, incontenibile.
Ovunque le atmosfere sono "torride", il suono avvolgente, caldo, folk.
Primeggiano i fiati (Edgar Hoffmann), il sax soprattutto in quest'opera prima si impone nella quasi totalità dei brani imprimendovi un'atmosfera avvolgente, liquida, stravagante. Di notevole spessore la base ritmica; poderose stilettate di basso sostenute da un drumming (Christian Burchard) anfetaminico e in alcuni episodi belluino, brutale sono i punti saldi dell'album ("Revolution", "Glockenspiel", "You Don't Know What's Happening"). Interessanti anche alcuni intrecci tra fiati e chitarra elettrica di natura oltremodo caduca ("Call").
Davvero pregevoli e "pregne" di un policromo esotismo sono inoltre le spigolose ed acide incursioni violinistiche ( "Opal", "End Of Soul", "You Don't Know What's Happening") che rendono ancor più ipnotico e suggestivo il sound di questo maestoso disco.
Opal, il primo di una lunga serie di meravigliosi album che ogni appassionato di musica dovrebbe, almeno per una volta, ASCOLTARE.
"[...] Però, più di ogni altro gruppo del genere, Embryo sarà in grado di donare alla storia del rock jazz un suono nuovo in continua evoluzione, creativo e mai arenato su manierismo fusion di comodo."
A. Aprile - L. Majer ("La musica progressiva europea")
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