Gli Embryo sono un gruppo tedesco che suona in giro per il mondo da quasi 40 anni eppure non sono così conosciuti tanto che anche Debaser li ha dimenticati e vorrei colmare il vuoto, anche se lo spazio è molto grande, con questa mia prima recensione.
L'LP in questione è uscito nel 1973 quando finiva ufficialmente la guerra in Vietnam; noi in Italia avevamo qualche "problemino" di ordine pubblico, i napoletani dovevano fare i conti con una brutta epidemia di colera e il nostro paese entrava nell'Austerity per la crisi petrolifera.
Avevo 17 anni e da almeno tre anni passavo le mie giornate ad ascoltare musica su un rudimentale giradischi stereo. Gli LP che giravano di più sul mio piatto erano del "Banco", delle "Orme" o diverse altre opere del "Prog" Inglese che conoscete benissimo. Cominciavano però a circolare tra di noi amici anche dischi che all'inizio sembravano strani per almeno due motivi: il primo perché arrivavano dalla Germania ed il secondo perché suonavano cose rivoluzionarie per le nostre orecchie. A dire il vero all'inizio ascoltavamo queste cose perché faceva "figo" ma poi, poco per volta, siamo entrati in questo universo sonoro incredibile che porta i nomi di "Krautrock" o "Cosmic Music". Non sto qui a raccontarvi di Can o Tangerine Dream ma gli Embryo ci erano sfuggiti allora e non so per quale motivo. La World Music non era neanche ancora in gestazione e i Nostri già pensavano a lasciarsi contaminare dalle sonorità mediterranee, da quel modo di accostarsi alla musica etnica per imparare nuove scale o armonie che andassero oltre il nostro modo europeo di fare rock.
Questo disco è il loro quarto, uscito nel 1973 con incisioni addirittura risalenti a due anni prima e questo è stupefacente ancora di più se pensiamo che sono tedeschi, lontani geograficamente dalle coste africane del mare Mediterraneo. Avremmo dovuto pensarci noi italiani ma ce ne siamo accorti decenni dopo.
Con loro suonano due ex Amon Düül ed il risultato del lavoro è musica creativa, convincente ed autenticamente innovativa. Veramente bravi questi Embryo che hanno sempre avuto il coraggio di mettersi in gioco con il fine del perenne rinnovamento e con il coraggio di non voler imporre quanto hanno appreso ma di voler sempre imparare dalle altre culture creando musica che scavalca qualsiasi confine.
Consigliato, se vogliamo stringare la definizione, a chi cerca dell'ottimo Jazz-Rock (la definizione di fusion è posteriore) con influenze etniche.
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