E' da poco passata sulla Rai l'ennesima replica di Sister Act, ma pur avendolo visto venti volte minimo, è sempre un piacere riguardarselo. Non si poteva assegnare ad altri che alla mitica Whoopi Goldberg, brutta ma brava, una parte da faraonica, rivoluzionaria, imbranata casinista, ma con un cuore grande così.
Sì insomma, è un po' il solito filmetto buonista dove tutto finisce bene (ultrabene, addirittura l'acida superiora cambia, il Papa si lascia andare ascoltandole cantare...), ma nessuno ha mai pensato a "Sister Act", nemmeno i suoi produttori, come un film da Oscar.

E nonostante ciò, è stato un campione d'incassi oltreoceano. E' una cosa divertente, da guardarsi per risollevarsi il morale, soprattutto per le musiche.

Che alla fine sono proprio il punto di forza di questo simpatico film: tutto è incentrato sui ri-arrangiamenti che Suor Maria Claretta (Whoopi Goldberg, che ad un certo punto del sequel dirà di chiamarsi, con il suo solito cipiglio, "Suor Maria Cosetta"), cantante di varietà, inventa a partire dai soliti noiosi (e in questo caso stonati) canti di chiesa. Chi non ricorda il celebre "Aaaaaalleeeeeeluuuuuujaaaa...."?

Insomma, fatte le dovute proporzioni, questi arrangiamenti mi hanno ricordato la trasformazione dalla Proud Mary Creendanceniana alla versione blues/rock di Ike e Tina Turner.

Un filmetto davvero carino, allegro, simpatico, al di là della solita favoletta che è.

P.S.: fighissimo il latino pronunciato con accento americano!

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