Qualche giorno fa, in una mailing list, conosco una ragazza romagnola. Ci si trova in chat e si comincia a parlare di musica. Faccio il brillante e vanto i Morphine (che adoro) come ascolto ricorrente ma che lei non conosce. Pazienza. Arriva il suo turno e mi fa: "dovresti ascoltare Emiliana Torrini ... te ne innamorerai".

Io, inizialmente perplesso, mi dico: "bah... sarà qualche nuova artista italiana da Operazione Trionfo" e da esterofilo come sono prendo il consiglio con superficialità. Ma per curiosità e rispetto della persona con cui stavo parlando, apro Google e ci butto dentro il nome. Risultato della ricerca: una sfilza di siti e neppure uno in italiano. ????? ... scelgo il primo link, www.emiliana.nu, ed oltre a trovarci una completa e corposa discografia (con ascolto in streaming) leggo la notizia che una sua canzone accompagnerà i titoli di coda del secondo episodio cinematografico del Signore degli Anelli.

Nel primo episodio quel posto era riservato ad Enya, e stupefatto da questa nuova scoperta (che non aveva niente a che fare con le charts di TV, Sorrisi & Canzoni) la butto sul “sarà il solito clone di musica celtica". Decido di ascoltare random qualche canzone e … sorpresa ... una voce incantevole e un sound moderno, soffice, elettronico, minimale, ricercato. ... trip hop lo si potrebbe definire ... ma chi se ne frega del genere.

Love in the Time of Science offre 11 canzoni che durano 3 minuti e poco più l'una e che meritano più di un ascolto per poterle apprezzare completamente, come un buon vino necessita di più assaggi per assaporarlo bene. Sicuramente un disco da ascoltare per i fattacci propri quando si vuole un po’ di intimità o per stupire, in modo ricercato, l’udito degli amici che passano una serata a casa tua. A giocare a Risiko.

E alla fine ho scoperto che Emiliana non è italiana ma, come Björk, proviene dalle fredde lande nordiche.

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