Salve di nuovo utenti di DeBaser! Dopo un lungo periodo di assenza da questo sito, per la mia terza recensione ho deciso di parlarvi di "A Bit o' This & That", disco di Emilie Autumn rilasciato nel 2007. Per chi non avesse mai sentito parlare dell'artista in questione, Emilie è una violinista californiana che è arrivata alla notorietà grazie alle sue collaborazioni con personaggi del calibro di Courtney Love e al rilascio nel 2000 di "On A Day...", una raccolta di composizioni barocche suonate da lei. Il suo vero debutto musicale arriva però nel 2003 con "Enchant", opera caratterizzata da un sound fatato ed etereo, a cui farà seguito l'album che la farà diventare un personaggio conosciuto in tutto il globo, pur se solo per un pubblico di nicchia: sto parlando di "Opheliac", che abbandona le atmosfere incantate di "Enchant" in favore di altre decisamente dark-classicheggianti, ricreate tramite cori striduli, filtri vocali e suoni marcatamente industrial che si mescolano a strumenti barocchi come il clavicordo e il suo fedele violino, a volte classico a volte elettrico. Questo sarà l'assoluto protagonista del successivo CD, "Laced/Unlaced" (pubblicato nel 2008), che, oltre a raccogliere i brani rimasterizzati di "On A Day...", propone anche composizioni eseguite con il sopracitato violino elettrico, mettendo a nudo, tra l'altro, un enorme talento nel padroneggiare questo complesso strumento ad arco. Dopo un po' di note biografiche e discografiche, passiamo all'analisi del disco.
"A Bit o' This & That" si va a collocare proprio nel periodo successivo al lancio di "Opheliac" e precedente quello di "Laced/Unlaced". Si tratta di una raccolta di pezzi rari, B-Sides, remix e qualche registrazione live. Prima di vedere le tracce di quest'album in maniera più approfondita, bisogna precisare che le canzoni dovevano essere probabilmente inclusei in "Enchant" e non vi è traccia del sound allucinato che caratterizzerà i lavori successivi di Emilie: qui ci si lascia cullare da atmosfere eteree che ci fanno viaggiare attraverso foreste incantate dai colori sulfurei. L'unica traccia che si distacca completamente da quanto appena detto è la prima, la remix di "Chambermaid", brano che già prima era movimentato, figuratevi dopo che è passato tra le mani di un dee-jay. Personalmente la trovo orribile, in quanto non c'era modo peggiore di rovinare la canzone e mi viene anche da chiedermi come mai sia stata inclusa nella raccolta. Passando oltre, troviamo il mix di "What If", pezzo originariamente suonato con il pianoforte accompagnato dal violino: tramite il mixaggio l'arrangiamento originale è stato stravolto e ora la canzone può rientrare a tutti gli effetti nel genere della musica celtica, con cori (a volte un po' troppo ingombranti), clavicordi, chitarre e violini a fare da base per la splendida voce della Autumn. Su questa stessa scia troviamo "By The Sword", singolo di beneficenza rilasciato nel 2001 e dedicato alle vittime dell'attentato dell'11 Settembre, e "O Mistress Mine". Se nella prima traccia troviamo i tamburi a dare un certo ritmo al brano, nel secondo le dolcissime note del violino ci cullano in una sorta di incantevole nenia notturna, l'ideale per rilassarsi o per addormentarsi. Stessa cosa per "Find Me A Man", in cui però la componente elettronica la fa da padrona, e la cover dei Beatles "All My Loving", pezzo ottimo nella sua disarmante semplicità, anche se l'originale è nettamente superiore.
Da segnalare sono anche "Hollow Like My Soul", pezzo accompagnato dal pianoforte e da un beat elettronico e da cori eterei, e "The Star Spangled Banner", in cui la nostra mette a nudo la sua voce, senza essere accompagnata né da cori né da base alcuna. Continuando, ci sono le registrazioni dal vivo: si tratta di due ottimi quanto suggestivi strumentali per violino ("Ancient Grounds" e "Veracini: Sonata in D Minor for Violin and Continuo"), una canzone ("I Know It's Over") e una poesia composta e cantata da lei ("Miss Lucy Had Some Leeches"). Per tutte queste quattro tracce, la qualità della registrazione è ottima. In ultimo abbiamo "With Every Passing Day", suonata interamente con il clavicordo, e "I Don't Care Much", buon pezzo chamber pop molto simile a "Second Hand Faith", traccia del già citato album "Enchant".
Tirando le somme, la raccolta è ottima e contiene sicuramente alcune perle ("By The Sword", il mix di "What If", "Find Me A Man"), ma anche canzoni un po' troppo ripetitive ("Hollow Like My Soul") o che rischiano di risultare noiose ("O Mistress Mine"). Il voto finale è comunque ottimo e "A Bit o' This & That" è una raccolta raccomandata a tutti coloro che, come me, amano Emilie. Per quelli che invece volessero cominciare ad ascoltarla, meglio cominciare de "Opheliac" il suo disco più rappresentativo.
Con questo concludo la recensione, sperando che sia stata esaustiva, e vi saluto fino a quando non scriverò la prossima.
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