Ho assai faticato a cercare un album di cui non si è ancora parlato per la mia seconda recensione. La mia scelta è infine ricaduta sull'album di debutto della talentuosa cantante e violinista californiana.
Siamo nel 2003, e prima che le sue vicissitudini personali si riflettessero sui suoi lavori (è stata internata in un manicomio a causa della sua personalità bipolare, e dopo vari tentativi di suicidio), Emilie dà alle stampe questo curioso lavoro. Ben lontani dall'allucinante sound di "Opheliac", questo lavoro è contraddistinto dal suono magico ed etereo, sottolineato dalla sua voce molto fiabesca, ed arricchito ogni tanto dal suo fedele violino. Difficile è trovare un genere che possa classificare la sua musica: la musica classica, influenzata da quella celtica, si mischia in un singolare pop.
L'amore è tema dominante dell'album, ma non l'amore scontato dell'innamorato alla sua donna: è dal punto di vista della donna che Emilie utilizza, e racconta di amori infelici e finiti male, o del rapporto subalterno nei confronti dell'uomo: "Ever" e "Chambermaid" ne sono fulgidi esempi. In sintonia con l'atmosfera fiabesca dell'album, vengono citate anche fiabe ("Rapunzel") e Shakespeare ("Juliet"); e canzoni in cui l'amore è vissuto con puerile felicità come una evasione da tutto e da tutti, come testimoniano "Castle Down" e "How Strange".
Nonostante l'album contenga 14 tracce e duri oltre un'ora, raramente risulta noioso o di non semplice ascolto. Pezzi come "Second Hand Faith", "If You Feel Better", e "Save You" scivolano via dolcemente come acqua e niente.
Il capolavoro del disco, però, è la traccia di apertura "(Prologue): Across The Sky", pezzo che riassume in sé l'intero album, in cui la magia dell'atmosfera e della sua voce sono maggiori, e con un testo veramente bello. Voglio lasciarvi con una citazione della suddetta canzone. Spero di aver scritto una recensione migliore della precedente. Alla prossima!
See beyond the moment,/ think beyond the day./ Hear the word,/ my voice will not be cast away./ Fatalistic fortune,/ ever near the end,/ love goes on/ but time does not return again. [...] Fear no more the midnight,/ Fear no more the sea./ Close your eyes, regret nothing:/ you're safe with me./ Look into the shadows,/ step into the mist;/ search your land but doubt never/ I still exist.
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