Come dice un vecchio proverbio: se vuoi che una cosa sia fatta bene, falla tu!
E così, visto che (incredibilmente...) non c'è neppure una sola recensione su quest album, vera e propria pietra miliare della musica rap (e non solo) ho deciso di darmi da fare! Come forse avrete già capito, "The Marshall Mathers LP" è per me uno dei migliori album che abbia mai ascoltato, in cui Eminem riesce a mescolare alla perfezione una capacità di rappare assolutamente fuori dal comune con basi che rendono (quasi) ogni canzone estremamente coinvolgente, mostrandoci allo stesso tempo il suo lato più divertente e divertito (come in "The Real Slim Shady" o "Under The Influence"), quello più incazzoso ("The Way I Am") ed anche quello più serio ("Stan" o "Marshall Mathers").
Parlando delle singole canzoni, si ha solo l'imbarazzo della scelta nel cercarne una migliore delle altre: pur non essendo per nulla disprezzabile, questa non è certo "The Real Slim Shady", scanzonata cantilena sullo stile della precedente "My name is". In ogni caso, leggetevi il testo tradotto di questa canzone: se riuscite a capire che qui Eminem ha solo voglia di prendere in giro tutto e tutti (compreso se stesso...) riuscirete a farvi quattro risate. Molto più seria è invece "The Way I Am", secondo singolo in cui Marshall parla di quante cose lo facciano incazzare, del fatto che la gente vede in lui soltanto un personaggio dello star-sistem dimenticandosi che sotto quei capelli biondo platino ci sia anche una persona vera che, in fondo, chiede solo di non essere sempre circondato da rompipalle 24 ore al giorno... Altro pezzo molto famoso è "Stan", splendido duetto con Dido (che qui si fa conoscere davvero dal grandissimo pubblico) sull'ossessione di un fan nei suoi confronti. Tra le altre canzoni, particolarmente riuscite sono "Marshall Mathers" (il cui messaggio è: fino a ieri, quando non vendevo dischi, a nessuno fregava un cazzo di me, come mai ora sono sulla bocca di tutti? Che cazzo volete da me?) "Amityville" e "Bitch Please II" (entrambe a metà tra il serio e il faceto, in cui appaiono tra gli altri Snoop Dogg, Dr. Dre e Bizarre) ed infine lo psicotico ritornello di "Under The Influence".
Ciò che colpisce di più di questo album è però il fatto la mancanza di canzoni noiose o scontate che ti facciano venir voglia di passare al brano seguente. No, Eminem ti tiene sempre con l'orecchio incollato allo stereo, se non altro solo per la curiosità di sentire chi sarà la prossima vittima delle sue prese in giro (Will Smith? Britney? Limp BizkiT? Ce n'è per tutti...) facendo allo stesso tempo capire che il primo a non prendersi troppo sul serio è proprio lui: in fondo, è solo musica. . .
Carico i commenti... con calma