Dopo la lettura di questo libro la domanda che dovrebbero porsi tutti è: Ma siamo davvero convinti di conoscere bene le persone che ci circondano? Il nostro vicino di casa, l’amico delle superiori, il nostro collega di lavoro e, si, anche nostro marito, nostro padre o nostro figlio. Probabilmente sarà stato anche l’interrogativo di tutti coloro che prima del 9 gennaio 1993 conoscevano l’integerrimo Jean-Claude Romand, medico stimato e padre e marito esemplare, cresciuto come un ragazzino calmo e ubbidiente ma che in quel giorno decide di sterminare totalmente la sua famiglia, moglie, figli e genitori, prima di tentare di togliersi inutilmente la vita.
Ma paradossalmente ciò che colpisce di questa storia non è l’esito finale per quanto scioccante, ma come un uomo possa costruire la sua intera esistenza sulla menzogna. Una menzogna tenuta su da innumerevoli altre bugie, un castello di carte che inevitabilmente finisce per cadere con il più tragico dei finali. Un uomo che sceglie l’orrore piuttosto che l’ammissione delle proprie colpe. Quanto tempo può un uomo mantenere la propria maschera? Può una persona fingere ogni giorno della sua vita per anni? Un equilibrio fragile, una linea sottile infranta solo per caso ma che precipita quell’uomo oltre i confini dell’inferno.
Libro scritto magistralmente da Emmanuel Carrère, scrittore, regista e sceneggiatore francese che riesce ad avere la possibilità di intervistare Jean-Claude Romand nel tentativo di guardare nell’oblio di un uomo e la sua follia. Di capire cosa si cela dietro “l’avversario”, il Satana biblico, travestito da persona perbene.
Un libro a tratti angosciante ma intenso. La ricostruzione minuziosa di uno dei fatti di cronaca nera più inquietante degli ultimi anni.
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