Visto che nessuno l'ha fatto, mi assumo la responsabilità di recensire l'ultimo lavoro di MK, in comproprietà con la Harris. Un'avvertenza prima di tutto: se vi sta indigesto il nuovo corso del chitarrista dei Dire Straits, allora state alla larga da questo disco. Ma se già ai tempi di "Money for nothing" apprezzavate le incursioni country di Knopfler come il progetto parallelo 'The Notting Hillbillies' o magari la collaborazione con Chet Atkins (Neck & neck) allora troverete di certo interessante questo disco.

Le sonorità sono quelle già sentite nei dischi solisti di Mark Knopfler. La chitarra ricama piuttosto che fendere l'aria come avveniva con i Dire Straits; nessun assolo chilometrico quindi. E per chi ha ancora in mente Knofpler che suda viaggiando avanti e indietro sulla Fender Stratocaster è un brutto colpo lo so. Ma il nostro eroe della chitarra ha cercato di togliersi in tutti i modi questa etichetta, probabilmente andando a ricercare uno stile più Dylaniano anzichè continuare sulla via di un Clapton per esempio. A maggior ragione in tutti i suoi dischi solisti ho trovato una maggior cura nel cantato, quasi Mark con l'avanzare dell'età volesse diventare sempre più un cantautore piuttosto che un chitarrautore. Veniamo al disco nello specifico.

Ammetto di non conoscere prima d'ora la Harris, anche se leggendo ho scoperto di aver di fronte un'icona del country vincitrice di numerosi Grammy. Quindi da una parte Knopfler duetta con una cantautrice d'indubbio valore arricchendo la sua galleria di collaborazioni eccellenti, dall'altra Emmylou coglie l'occasione per affiancarsi ad un musicista che rimane tuttora un'icona rock-pop e quindi ne ottiene visibilità e cmq si fa conoscere anche da chi di country non ne capisce un'acca (dopotutto quando mai sarebbe potuta andare al Festivalbar sennò?). Sulle canzoni, non resta che ascoltarle. Ma vi segnalo "I dug up a diamond", la straordinaria "Rollin' on", la magica "Beyond my wildest dreams", la già edita "All the roadrunning" e infine la delicata "If this is goodbye". Il modo migliore per descrivere queste canzoni è accostarle a "Shangri-La": se vi è piaciuto questo disco come è piaciuto a me, queste canzoni le troverete magnifiche. Le parti del disco che meno mi sono piaciute sono quelle più marcatamente country come per esempio "Red staggerwing"; questione di gusti. Quindi disco consigliato a chi segue con affetto e interesse la svolta solista di Mark Knopfler.

Chi è rimasto fermo al guitar hero rockeggiante o magari all'epicità di una Telegraph Road, meglio che o giri al largo oppure si avvicini al disco senza far paragoni. Altrimenti la delusione è dietro l'angolo.

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