Il death metal è molto meglio del black metal: molto più vario ed eterogeneo, votato al massacro uditivo ma nonostante ciò sempre in grado di mostrarsi imprevedibile, a volte malinconico, con i gruppi giusti, molto meno elitario e aperto alle contaminazioni; il black no (per lo meno quello “true” delle origini) chiuso in sé stesso, con pochi gruppi a dettar la retta via e poi solamente insipide copie carbone. O lo si ama, o lo si odia. Difficile provar altri sentimenti. Quindi posso affermare con cognizione di causa che il death metal sia superiore.

Però, però… Ogni tanto non ne sono poi così convinto e gli Emperor se ne stanno lì a nutrire il dubbio.

Già gli Emperor… Solamente il nome suscita timore reverenziale, una band atipica e fortemente aderente al canone di Euronymous al tempo stesso, con le loro sontuose tastiere in mezzo ai riff glaciali. Ihsahn e Samoth a bilanciare armonia e furia per lodare le tenebre.

Nel 2014 hanno suonato al Wacken ed in giro per l’Europa per i vent’anni di In the Nightside Eclipse, tutte le canzoni in scaletta nel rigoroso ordine, dietro alle pelli c’era addirittura quell’avanzo di galera di Faust che picchiava come un fabbro; verso la fine dello spettacolo hanno sempre eseguito una canzone molto vecchia che non avevano mai proposto dal vivo: The Ancient Queen. Registrata per la prima volta nella storica demo Wrath of the Tyrant e poi nuovamente nell’EP As the Shadows Rise. E mentre stai lì a guardar il live su youtube ti chiedi come cotanta bellezza possa andar a braccetto con l’oscurità evocata, con le terribili e gelide melodie e lo scream di Ihsahn, alfiere di terrore e tormenti. Può esserci pace nel gelo della notte? Forse sì, forse la nera fiamma ti ha conquistato e brucia dentro di te, o forse è sempre stata lì e solo ora risplende. Ed è così che gli Emperor si innalzano ad idoli pagani: Samoth con lo sguardo di ghiaccio e la barba di un antico vichingo, Faust pelato e fuori posto ma comunque furioso ed Ihsahn con il suo nuovo aspetto da hipster che grida senza pietà, non c’è nessun bisogno di cerone e corpse paint, quando urla Inno a Satana potrebbe anche aver addosso un costume da Winnie the Pooh che il sangue gelerebbe lo stesso nelle vene. E come idoli suonano e ti fanno dono delle verità del black metal, che libera la tua angoscia profonda e la placa. E quando vorranno giudicarti e punirti tu li getterai giù dal loro trono pagano, come osano giudicare te? Non sono altro che una banda di assassini e profanatori e ti basterà zittirli con uno schiocco di dita. Non resterà quindi loro altro da fare che vagare come raminghi nei meandri più desolati della tua mente finché la nera fiamma non li richiamerà nuovamente a te, finché tu non li richiamerai a te. E loro verranno di nuovo.

Questa è la via del black metal, un sentiero non per tutti.
Questa è una recensione strana, perché è difficile scrivere qualcosa di sensato che non sia già stato detto.
Questa è una recensione furba, perché quella di In the Nightside Eclipse c’era già.
Questa è una recensione liberatoria perché sono anni che la volevo scrivere.

Carico i commenti...  con calma