Io adoro questo gruppo e perdonatemi non potrò essere breve e soffermarmi solo sul singolo album, quindi snobbino questa recensione, chi non ama le lunghe introduzioni e preferisce uno scritto che si concentri esclusivamente sull'album e non sul contesto e su come esso è nato, ma bando alle ciance e cominciamo la recensione:

Gli Emperor rappresentavano (ai tempi che furono) una band per nulla stereotipata, in un panorama black metal che spesso vive più dell'immagine e delle trovate criminali e "folkloristiche" dei singoli componenti e bada poco alla sostanza, preferendo riciclare idee dai Venom, dai Celtic Frost, dai Bathory o dai gruppi della prima ondata black metal norvegese. Questo gruppo appartiene proprio ai "prime movers" della scena black mondiale. Certo, sono venuti dopo i vari Mayhem e Darkthrone, ma sono stati sicuramente tra gli ispiratori di tutto il black sinfonico, che in questo gruppo si esprimeva lontano dall'ampollosità, dal barocchismo eccessivo e dall'immaginario horror-kitsch di alcune band seguenti, preferendo soffermarsi su atmosfere nichiliste e depresse! "In The Nightside Eclipse" è il manifesto di queste sonorità, un album a mio parere ineguagliato, che si eleva per diventare uno dei migliori album di metal estremo degli anni 90 e così il seguente "Anthems To The Welkin At The Dusk" è un altro pezzo da novanta: barbarico, caotico, con un maggior uso della componente sinfonica, come se Wagner avesse deciso di suonare black metal.

Fatta questa introduzione iniziale, per arrivare alla descrizione di "Prometeus. . . " e capire del perchè gli Emperor si siano così distanziati dalle sonorità iniziali, bisogna aprire un'altra parentesi: ciò che mi piace della scena black metal norvegese e che purtroppo nessuno sottolinea è la volontà di evolvere e dire qualcosa di nuovo nel metal o addirittura allontanarsene completamente. Se infatti i seguaci di questo genere sono diventati spesso ottusi e fanatici peggio dei più accaniti fans dei Manowar, abolendo ogni innovazione, prendendo troppo sul serio le tematiche sataniste o addirittura scadendo nel ridicolo, quando ad esempio nell'Italia solare e mediterranea si cerca di creare una "piccola Norvegia" fatta in casa e parlare di foreste secolari e tormente di neve o di Odino, cose che non c'entrano un cazzo con la nostra cultura e lontane dalla nostra sensibilità, se appunto i seguaci sono spesso diventati ottusi, ripetitivi e ridicoli, i padri del genere sono andati avanti, basti pensare agli Arcturus con il loro avantgarde-metal molto particolare o gli Ulver (tra i primi a proporre la commistione folk black metal) che oggi sono un gruppo che esplora le possibilità date da sonorità influenzate dall'elettronica, ma si potrebbero citare anche i Manes, i Satyricon ecc. ecc.

Gli Emperor rientrano in questo elenco. Infatti stesso Ihsahn, mente e leader del gruppo, ha dichiarato di non sentire più suoi i propositi, i suoni e le tematiche di "In The Nightside Eclipse". Ma la metaforfosi degli Emperor, rispetto ad altre band, è lenta ma comunque percettibile, infatti nel loro terzo album seguito ad "anthems. . . ", cioè "IX Equilibrium", la matrice black rimane, ma infarcita da riff death che si rifanno spudoratamente a "Domination" dei morbid angel (provare ad ascoltare per credere) e quindi se proprio vogliamo parlare di etichette, si potrebbe parlare di black-death, che non rinuncia alla componente sinfonica, anzi in quest'album Ihsahn fa largo uso della sua voce pulita, che raggiunge qui il suo culmine grazie anche al suo essere utilizzata spesso in un tono teatrale!

I piccoli ma significativi cambiamenti avvenuti nei due precedenti album, non ci avevano però adeguatamente preparato al completo cambio di registro sonoro avvenuto con questo "Prometheus. . . . ", dove lo screaming di Ihsahn diminuisce ancor di più e la voce pulita viene utilizzata in modo ancor più massiccio, ma soprattutto le atmosfere black che bene o male erano sempre presenti nei precedenti album, qui scompaiono quasi del tutto, divenendo semplice influenza e non parte preponderante ed anzi andandosi a miscelare con una componente sinfonica ben presente che però non assume mai connotati ampollosi, anzi divenendo in questo caso quasi barocca, ma non nel senso sborone del termine, ma di eleganza compositiva, toccando spesso toni "colti" e ricevendo influenze sia dal metal classico che dal prog e anche da riff spesso a contatto con un certo thrash moderno.

Il risultato? Molto buono, non è certo un capolavoro, ma è un album che raggiunge momenti di assoluta bellezza come nell'ultima traccia "Thorns Of My Grave", sinfonica, con una grandissima sezione ritmica (il batterista Trym si dimostra davvero alieno in quest'album, raggiungendo una padronanza dello strumento assoluta, coniugando pulizia sonora e potenza), o in "Empty" introdotta dagli imprescindibili riff stranianti e originalissimi degli ultimi Emperor, con un uso dei violini in sottofondo che sembrano rimandare alla musica classica del 700, il tutto condito con trame di chitarra che sembrano rifarsi quasi ai Voivod (più come concetto di suono della chitarra che come vera influenza musicale), anche se a mio modesto parere il vertice dell'album è "The Tongue Of Fire", dove viene raggiunta la perfetta sintesi del suono Emperor, basti vedere l'inizio black, seguito da una bellissima parte sinfonica dalla melodia sublime e dai battibecchi riuscitissimi tra chitarra e voce teatrale di Ihsahn. Una perla!

Quest'album pur non essendo un capolavoro, conteneva al suo interno notevoli intuizioni e sembrava essere un esperimento ben riuscito, un album di transizione che doveva traghettarci verso un qualcosa di più grande e meglio definito. Purtroppo Ihsahn appena pubblicato l'album, dichiarò gli Emperor sciolti (anche perchè ultimamente erano divenuti un suo progetto personale, infatti quasi tutti gli strumenti di quest'album, tranne la batteria, sono suonati da lui). Ma la speranza è l'ultima a morire, infatti gli Emperor si sono riuniti e speriamo che presto possano riprendere la loro fresca e innovativa proposta musicale, che ha fatto inchinare molti sudditi davanti al cospetto dell'imperatore, che ora reclama il suo impero, lasciato in preda ai barbari!

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