"Gli Empire of the Sun sono un duo di musica elettronica, composta da Luke Steele dei The Sleepy Jackson e Nick Littlemore dei Pnau. Il nome del gruppo è ispirato dal romanzo omonimo del 1984 da James Graham Ballard."

Questa è una breve biografia, presa direttamente da Wikipedia, del duo australiano emersi nella passata estate del 2008.

Mi chiedo: ma come faccio a ritrovarmi questo "Walking on the Dream" per casa? Da dove mai sia sbucato ancora non lo so, ma quella particolare copertina mi affascinò al primo colpo; queste dune deserte corse da una tigre con dietro uno sfondo che raffigurerebbe una grande metropoli del futuro con tanto di cielo spaziale, dove in primo piano emettono le figure dei due componenti del duo.

Decisi di darci un assaggio, un ascoltata leggera, per vedere a primo impatto quali sarebbero state le mie impressioni... Ebbene furono abbastanza deludenti.

L'album si presenta come un miscuglio Indie Rock ed Elettronica (un po' scopiazzato dagli MGMT? Vabbeh!). Già dalla prima traccia ("Standing on the Shore") si può comprendere meglio di cosa stiamo parlando, più o meno i brani successivi saranno simili se non identiche. Dopo la deludente traccia-intro, passiamo al primo singolo estratto, nonché traccia omonima dell'album ("Walking on the Dream"): posso dire con certezza che questo è veramente un ottimo brano Indie, base orecchiabile (con influenze elettroniche come detto in precedenza) che accompagnano le voci del duo, piccola perla apprezzabile.

Abbandonata la title-track, si passa ad "Half Mast", dove riscontriamo uno stile musicale che si differenziano col resto dei brani, prendendo spunto (almeno secondo il mio primo ascolto) da un New-Age di un Prince all'inizio dell'era Purpleriana. Carina, ma nulla più. Prossimo brano, ultimo singolo estratto: "We Are the People", la metterei un gradino sopra al resto come per il singolo precedente, ottima soprattutto per il testo, apprezzabile.

Trascuro le lagnose "Without You" e "The World", dove la voce quiete di Luke Steele affloscia un bel po', e mi va di trascurare anche le più "spinte" ("Tiger by My Side" e "Delta Bay") per concentrarmi solamente su "Country", unico brano strumentale dell'album (sarà per questo che è la migliore?) dove i semplici accordi di una chitarra classica s'intrecciano al delicato canto di una ragazza giovane, tutto accompagnato da un alone di magia, brano centrato in pieno.

Che dire: questo "Walking on a Dream" risulta un album abbastanza deludente rispetto alle aspettative, scopiazzato un po' di qua e di là dove dopo un primo ascolto ti lascia passare la voglia anche di un secondo. Discrete\Mediocri i singoli estratti, sempre ad eccezione di "Country".

Voto 2,5 che arrotondo a 3. 

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