Assaporare il silenzio nella sua interezza, intimo e struggente vaga in quelle notti erranti, celate nelle profondità di quei paesaggi tormentati dall'ebrezza dell'inverno, portandosi con sè le ultime radici di quella natura decadente, confusa. Nella funzione di un sogno, il panorama circostante si presenta attraverso delle immagini remote assorte in una dimensione onirica, il mondo si mostra come un alcunchè di relativo, una "mera apparenza". Ma non per questo il sogno è irreale, è reale in quanto esso è presente nella coscienza e costituisce il divenire ed il rendersi visibile dell'essenza profonda della natura.
"Songs Of Moors And Misty Fields" è un viaggio che si muove tra onerose anime delicate, plasmate da quelle languide sfoglie di malinconia, di passione e di romanticismo che mettono in risalto la bellezza e il fascino della notte. Fermarsi ad osservare l'artwork nonostante la sua pesantezza racchiude in sè il manto criptico del concept. Quell'albero inerte che si lascia andare al calar delle tenebre, ove quando lasciamo emergere la tristezza nella nostra anima come attraverso dei lampi, delle immagini fantastiche che abitano i nostri sogni, il suo manifestarsi, il suo presetarsi nella coscienza consente di gettare una sguardo in una dimensione sotteranea, la quale costituisce l'ombra che anela quella natura più intima che risiede i nostri cuori. Penetrando in un piccolo tratto, dunque, ne possiamo scorgere la vera essenza, mettendo in risalto paesaggi governati dall'insistente presenza dell'inquietudine, risaltando temi come l'amore e la solitudine cui s'ispirano le sfumature e le liriche degli Empyrium. L'incessante bramosia dell'oscurità cade fiotta come foglie al posarsi invane sul suolo, parole piene di zelo, parole di amorevolezza tendono dalle labbra di Stock, che mediante la sua voce elegante e soffice recita il definirsi delle immagini, giacchè prima distorte, ora pian piano più chiare....più fluide.
"When shadows grow longer
and the sun sets for the forthcoming night;
our sorrow is stronger
as darkness and death are now near by our side.
Many a sun will set and tears of grief will be shed..."
Ed è così attraverso il suono tremante di semplici parole che prende forma l'arte di questo disco, siamo nel 1998 quando il trio tedesco decise di scrivere (a mio avviso) il loro capolavoro più grande, già da come recita l'incipt, gli Empyrium collocano sullo sfondo un interesse profondo che essi ebbero sempre nei confronti di una "filosofia" intesa innanzitutto come interrogazione radicale sull'amore della natura, la tragedia ed il romanticismo. Ci troviamo di fronte ad un doom malinconico ed atmosferico naufragato in tastiere maestose ed ammalianti, sommerse da una sorgente eterna, un'alchimia di suoni e colori che trovano confine nelle progressioni più folkloristiche a quelle più gotiche, avvolte in una dolce teatralità rimasta celata nei sobborghi di una melodia destinata a posarsi nel tramonto. Dopo la splendida introduzione accompagnata da pioggie di tasti di piano, il dolce suono del violoncello ed il candito sospiro di un flauto che sa di musa, gli Empyrium trasformano il clima circostante in un'arcana percezione mistica con "The Blue Mists Of Night" con il suo imporsi quasi in modo maniacale, si rende mutevule al calar delle tastiere, rendendo il brano decisamente più atmosferico soprattutto dal cambio di mood ed arrangiamenti supportati da un'ottima registrazione di fondo, compiendo dei passi interessanti in modo tale da ottenere una certa lentezza e sprimentazione sotto un punto di vista decadente, nonostante i vocalizzi di Stock defluiscano in maniera perfetta con le strutture ritmiche in tutta la durata del brano. Allorchè ci ritroveremo faccia a faccia con una realtà misteriosa, sinistra perchè scopriamo che la radice dell'essenza del disco è segnata dall'indigenza, dal dolore. "Mourners" ne è la prova chiara e limpida, traccia più vicina alla tradizione del doom più nostalgico e tenebroso, ma d'altro canto ad elevarci all'altezza dei momenti più intensi e meravigliosi di "Songs Of Moors And Misty Fields" ci pensa la seguente "Ode To Melancholy" aperta dal pianoforte eccede in tutta la sua interezza, raggiungendo vette incantevoli di scenografia ed intensità, con le liriche esaltate da Stock influenzano l'eleganza di corpi sinuosi che languono nell'oblio e nella dimenticanza. Tra opulenti e lussuosi arrangiamenti che vagano le torbide progressioni acustiche, eclissano il lambire dell'evolversi della notte.
Ci pensa poi il dolce flauto di Nadine a preludere "Lover's Grief" un amore destinato a spegnersi molto presto, il dolore e la sofferenza saranno l'emblema del dipinto nostalgico e triste divenuto oramai un tarlo invano da storcere, retto il tutto con eleganza e magniloquenza dal monumentale incrocio tra synth e chitarre. Pregevole l'interpretazione redatta dal duo Markus Stock e Andreas Bach che medianti i loro strumenti ci fanno immergere nell'ampiezza dolenza del pezzo. Si giunge alla fine di questo viaggio inenarrabile, prodigioso "The Ensemble Of Silence" sarà il postilium dell'intera opera, sorretta da un'imponente varietà di sussurri e magnificenti passaggi di strumentazione basata su cori poderosi ed arrangiamenti tetri e mesti... il sipario si chiude lasciando con sè il suo intoccabile manto malinconico, incontrovertibile passione che si trasforma in arte...
"Just I and the poetry of the night, now forever one,
The ensemble of silence plays so beautiful for me..."
Elenco tracce testi e video
02 The Blue Mists of Night (06:27)
..and many a moon shall rise...
..and lead me into the cold embrace of the night
Here we drown in our grief, drown in an absence of light.
Here is no shelter; no escape from our heart,
Entwined in this tragic embrace I fear and bemourn to depart.
When the shadows fall,
and the sun sets in us all...
Just silent hopes remain & the aching grief that grows
into a bottomless vale I fall - O, I give myself away...
Away! Far away! To this dim and misty place
My heart reflects the night...
Languid moonshine I bath my skin in thee
O may thy beauty be revealed in me.
Silent winds, whisper to me
thy songs of solitude and joy...
03 Mourners (09:18)
Meagre trees in the shrouds, as old as the stones....
Mourners of abandon'd love, forever their woes shall grow silent.
O how many times may the moon has shone - reflected in these black lakes?
Should it be that can hear, the woes of those who ceased their lifes?
O so old they are... they bare the neverending grief...
Age-old miserability
Ancient bitter beauty
Lost is the hope of those, who walk the moors with pain in heart.
...and all joy it sinks, burried deep, forever presumed dead.
O, so old they are... they bare the neverending grief...
Age - old miserability, a bitter beauty thrilling me
06 The Ensemble of Silence (09:52)
What makes you wander far
Don't know who you are
Now if the vibe is right
I'll go out tonight
Cause it's Buzzcity talking
it's Buzzcity talking
Go and find a late night bar
If I'm not back, leave the door ajar
It's Buzzcity talking
Talking to me
We have sickness in our hair
We have time to spare
You close another door
Break another law when it's
Fast, night goes fast
Oh! Oh! Oh!
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