Il mio omino del cervello mi sta dicendo: "Ma come, dai cinque ad un disco che fino a ieri dicevi che non ti piaceva?"

Già. Il suddetto individuo non sa che l'unico motivo per il quale non fui convinto dal primo ascolto di questo disco (mesi fa, quando lo acquistai) era che il mio bisogno di metallo era piuttosto forte in quel periodo. Infatti questo gruppo viene definito dai più una progressive metal band, ma a me non pare esatto, almeno per quanto riguarda questo disco, che è l'unico che conosco fino ad ora. I suoni ed il feeling ricordano molto più un progressive rock che strizza sì spesso l'occhio al metal, come nella magnifica "Under Fire", ma che si dimostra molto avvezzo a similitudini con gruppi come Spock's Beard e The Flower Kings.
Ma in questi giorni l'ho visto lì, tutto impolverato, ed il mio cuore ha avuto un moto di compassione e gli ha voluto dare una seconda chance. Dovevo essere matto. Forse i miei gusti musicali sono cambiati in questo periodo, ma come lo stereo ha cominciato a diffondere per la mia stanza le melodie di questo lavoro, le mie "papille uditive" (concedetemi questa stupidaggine) si sono riempite del fantastico gusto delicato di questo disco e mi hanno catapultato in un mondo fatto di luci e colori, con la colonna sonora ideale per permettere alla mia mente di vagare in un viaggio fantastico.

Nella penombra della mia camera mi sono lasciato trasportare dalla dolcezza e dalle melodie armoniose del disco, velate di quel tocco di progressive che le rende meravigliose, rese uniche dalla voce di Ted Leonard, calda e coinvolgente, che spesso richiama alla mente due cantanti del calibro di Ray Alder e Neal Morse.

L'idea che scaturisce pensando alla composizione del disco è che i componenti della band abbiano veramente tradotto in musica una parte di loro stessi, perché il songwriting è caldo ed emozionale, sempre in movimento e mai banale. Ottime le scelte stilistiche: i suoni sono tutti al loro posto, c'è grande armonia nel suono di ogni strumento, e nessuno prevale troppo sugli altri. I cori sono molto curati ed aumentano la carica emotiva dei pezzi.
Così come non mancano le canzoni più rockeggianti (Seeds Of Hate, Flatline, Invisible), canzoni più dolci e profonde arricchiscono la produzione: è il caso della meravigliosamente malinconica "Follow The Sun", song dalla struttura molto semplice ma che colpisce dritto al cuore (consigliata per le vostre compilation da serata romantica).

Un disco insomma fresco, dolce ma diretto, a mio avviso un capolavoro della musica contemporanea. Le sue sonorità vi accompagneranno a lungo, non sottovalutate questo lavoro anche se siete dei "True metallers" come pensava di essere il sottoscritto prima di sentire questo ed altri album.
Meraviglioso.

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