La serata è abbastanza atipica per un concerto, almeno per me. Ma anche il concerto è atipico, quindi le cose quadrano. Siamo in cinque in auto mentre ci dirigiamo a Marostica: io, mio padre e tre suoi amici. Visto la compagnia che avevo mi limiterò a parlare del concerto invece della serata in generale.
Arriviamo al Panic verso le nove e subito si capisce che sarà un totale successo. Un sacco di gente chiede di entrare, ma il biglietto costa 18 euro, e visto che di solito l'entrata è gratuita molti già si scoraggiano.
Dopo una sontuosa mangiata messicana nel locale, giriamo le sedie mentre sentiamo "E' con grande onore che vi presento Enrico Rava e Stefano Bollani!! Buona serata a tutti!!".
I due Jazzisti arrivano sul palco tranquillamente, tra una cascata di applausi e di urli, salutano il pubblico e iniziano.
Rava eccelle, commuove, strabilia per la passione che riesce a trasmettere atraverso quel tubo giallo d'ottone. Si ferma, chiude gli occhi, si appoggia allo sgabello dietro di lui, grattatina al mento, accenna a tenere il ritmo con la testa (ma al piano c'è Bollani e ciò è impossibile), riprende, suona lontano dal microfono, approva le scelte del collega e alla fine di ogni canzone ringrazia.
La sorpresa (sempre che si possa chiamare tale) è Stefano Bollani. Quell'uomo non è un uomo. Mi spiego, è un alieno. Rava gli lascia molto spazio e lui se lo prende eccome... Virtuosismi, controtempi, sincopi, scleri, gomitate al piano, manate sui tasti, pesta il piede per terra in modo che tutti sentano, tiene il tempo battendo la mano sul piano e si contorce sullo sgabello. Stefano danza con il piano, dialoga con lui, lo travolge di suoni, lo piega alla sua volontà, perchè per lui il pianoforte non ha segreti. Ascoltandolo mi sono accorto che lui, in realtà, non suonava: faceva l'amore con il pianoforte, e credo anche che allo strumento piacesse parecchio...
Durante tutto lo show Enrico e Stefano dialogano, scherzano, ridono, giocano e si divertono come dei matti. Rava chiede "Pierino e il lupo" mentre Stefano sta suonando e lui lo accontenta, ma alla sua maniera, storcendo divinamente la canzone e il motivetto. Sempre Rava scoppia a ridere quando Stefano per tre volte di fila lo trae in inganno facendogli credere di ricominciare con il motivo iniziale, per poi invece delirare in un virtuosismo. Rava ancora lo fa alzare durante una canzone e gli dice "fai così" si mette al piano e inizia a suonare "la mano destra va a destra e quella sinistra a sinistra. sul piano suona bene." Stefano si siede e lo impressiona. "stavamo suonando il mio pezzo però" gli dice il trombettista e lui ribatte "già, però hai iniziato tu a dirmi cosa fare". Risate generali. Insomma, più che un concerto uno spettacolo, più che uno spettacolo un'evento, più che un evento un'emozione continua per più di due ore donata da due artisti che quando suonano diventano la stessa musica che plasmano. Semplicemente magnifici.
Carico i commenti... con calma