Partiamo dall'esterno: la copertina riporta quattro nomi e non sono nomi qualsiasi. Enrico Rava, trombettista triestino formatosi secondo un percorso assolutamente trasversale; Miroslav Vitous, virtuoso del contrabbasso di origine ceca e già sentito al fianco di mostri sacri quali Chick Corea, Wayne Shorter, Herbie Hancock oltre che nei Weather Report; Franco D'Andrea, pianista meranese anch'egli proveniente da esperienze musicali e percorsi tutt'altro che ortodossi; Daniel Humair, batterista svizzero di nascita ma francese d'adozione, con esperienza a fianco dei più grandi jazzisti americani e non.
Vi chiederete perchè parlare delle persone e non della musica... ebbene ci ho riflettuto a lungo e credo che la musica fissata in questo lavoro possa difficilmente essere scissa dai percorsi personali dei quattro individui che l'hanno prodotta.
I brani sono basati sulla libera improvvisazione o comunque su una riduzione ai minimi termini della parte tematica. Questo approccio, che inizialmente potrebbe far pensare ad esiti di matrice free, porta invece, grazie alla sensibilità dei quattro, all'alternanza di atmosfere caratterizzate da una certa informalità espressiva e di episodi melodici di grande valore poetico.
La grandezza degli esecutori/improvvisatori in questo caso si esplica attraverso il controllo dello spazio sonoro: la capacità di sviluppare dal nulla delle idee ispiratissime per poi cambiare improvvisamente rotta non appena l'elaborazione giunge a saturazione, la capacità di gestire i ruoli scambiandosi elegantemente gli spazi solisti, la magistrale bravura nel sostenere la scena nei momenti di puro solismo che ogni strumento si ritaglia di volta in volta, la predisposizione "enciclopedica" che attraversa un ampio spettro di storia della musica partendo dalle radici afroamericane per giungere alla musica colta europea.
L'approccio alla musica è totalmente diverso da quello spiccatamente "americano" con cui spesso si identifica il jazz: qui è evidente che i riferimenti ed i percorsi sono altri (e questo spesso fa storcere il naso ai "puristi") per giungere ad esiti pienamente "moderni".
Una nota a margine merita il suono: la qualità della registrazione è molto soddisfacente e permette di cogliere appieno le caratteristiche dei singoli strumenti, cosa non da poco visto che parliamo di nomi di punta dei rispettivi strumenti. Sarà dunque impossibile non essere di volta in volta toccati dal suono scuro e profondo di Rava, dal tocco ora leggero ora grintoso di D'Andrea, dalle "sfuriate" contrabbassistiche di Vitous e dall'inventiva percussiva di Humair.
Una ulteriore nota a margine va al prezzo: io l'ho trovato a €7,90 e devo dirvi in tutta onestà che avrei speso volentieri anche il triplo per questo lavoro.
Buon ascolto allora!
Enrico Rava - tromba e flicorno | Miroslav Vitous - contrabbasso | Franco D'Andrea - contrabbasso | Daniel Humair - batteria
Anno di pubblicazione: 1989
Lista dei brani: Mode for Versace/F. Express/Small Events/Autoscontri/Merano/Flee Jazz/Quatre/Two on Quatre
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