Chi ama la New-wave e la canzone d'autore italiana deve assolutamente conoscere i primi anni di carriera di Enrico Ruggeri. Indipendentemente dai gusti, comunque, tutti i suoi primi dischi, da quelli con i Decibel fino ad almeno "Tutto Scorre" (dell'85, compreso) sono di ottimo livello e meritano almeno un ascolto.
Ruggeri spesso afferma di nascere punk; in realtà i suoi primi album sono più vicini alla new wave elettronica (magari i dischi con i Decibel con spirito più punk e un pò alla Devo) e romantico-decadente degli Ultravox di Foxx. Ma Ruggeri è anche un pò Bryan Ferry e David Bowie e tratta spesso temi alla Kraftwerk (… "siamo dei transistors e computer… "). Insomma il nostro, cresciuto con il punk e Lou Reed, risente dell'atmosfera di quei fine '70 inizio '80 e, influenzato dai grandi artisti stranieri (Stranglers su tutti), è fra i primi ad esprimersi con tale mix di linguaggi in Italia, in modo però molto originale e alla lunga inclassificabile.
La sua carriera da solista non inizia nei migliore dei modi: vi è il sequestro dell'album "Champagne Molotov" (a causa di problemi legali con la "Spagheti Records" dei Decibel). Dopo il successo della sanremese "Contessa" con i Decibel, il suo primo album da solista non mantiene le promesse di mercato: l'ex professore si solleva grazie ai successi di Diana Est e Den Harrow, di cui è autore.
"Champagne Molotov" (già nome di un gruppo liceale di Ruggeri e nome del gruppo che lo accompagna) apre il sodalizio (che continua tutt'ora) con il chitarrista Luigi Schiavone (ex Kaos Rock), compositore di pezzi memorabili (come poi "Polvere").
Gli incovenienti del mestiere del musicista, legati poi alla distribuzione di questo stesso album, vengono subito descritti con il primo pezzo "Una fine isterica" ("amicizia da ricordare, le cambiali per suonare"… "la chitarra per salire in società e la voglia di suonare se ne va. C'era solo musica, tanta nuova musica, una storia elettrica e una fine isterica"… ).
Champagne Molotov" (dell'81) risente ancora molto delle sonorità punk-wave dei Decibel in brani più giocosi come "Sono proprio un infantile", "Sempre giù", "Nostalgia" o "Fingo di dormire", ma in molti altri pezzi si sente il passaggio verso composizioni più ricercate e mature, più cupe ed eleganti, come in "… E sorride", "Vecchia Europa" o "Passato, presente, futuro".
L'album è strettamente legato ai suoi tempi e forse non prodotto benissimo, ma si ascolta piacevolmente.
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