Dopo due interessanti dischi punk-wave targati "Decibel", il giovane Enrico Ruggeri sforna 4-5 dischi discreti dove forte è la componente new wave ed evidenti sono i segnali che lo porteranno prima ad un buon cantautorato e poi a Sanremo, con scivoloni commerciali e segni di ripresa apparente.
Questo disco dell'84 è uno studio-live (cioè per metà live) e può riassumere in breve il percorso artistico dell'Enrico nazionale.
La prima parte, registrata in studio, si apre con un elegante swing ("Nuovo swing") ed è seguito da un rock banale ed elementare (la donna vera); il terzo pezzo (Qualcosa) al mio primo ignaro ascolto mi sconvolse: TASTIERE, SYNTH, RITMO INCALZANTE, BATTITO SINTETICO. La scaletta segue e si arriva al "Mare d'inverno" (ove il testo comincia ad elevarsi) in una versione tutt'altro che alla Loredana Bertè.
Nella seconda parte (il Live) di apprezzano la cover di Modugno "Vecchio Frac", pezzi dei Decibel (Vivo da re, Contessa) e un ammonimento alle case discografiche (il rock'n'roll)… "discografia dove vendono la simpatia, dove sporcano e distruggono pezzi di fantasia, vanno in galera quelli che hanno sbagliato una sera mentre è libero, ricco e celebre chi ha ammazzato un'idea"…
Ma il bello deve ancora arrivare: l'ultimo pezzo con cui il "Rouge" si congeda dal pubblico è "Polvere", qui eseguita a grandi livelli risultando più bella di quella incisa su disco.
Per gli amanti degli anni '80.
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