1984: Enrico Ruggeri pubblica il suo terzo album da solista: "Presente". L'album presentò vari brani di Ruggeri Live (Estrapolati dai suoi album precedenti, inclusi quelli con i Decibel), insieme a suoi inediti, come per esempio "Il Mare d'inverno" o "La Donna vera". L'album ebbe un buon successo di vendite (40.000 Copie vendute), dovuto anche al fatto che la Canzone "Il Mare d'inverno" che lui scrisse per Loredana Bertè, ebbe un gran successo.
Nell'inverno di quell'anno, Ruggeri e la sua Band rimangono "intrappolati" in un castello medievale, e lì si mettono a lavorare su questo album, che non ebbe il buon successo di vendite del precedente (Ruggeri si giustificò, dichiarando che riteneva non vi fosse presente alcun "Brano di traino" all'interno dell'album) [25.000 Copie vendute].
L'album si apre (nella versione originale) con "Il Futuro è un'ipotesi", canzone con una struttura molto semplice, testo con ritornello ricorrente. Musicalmente il brano si attesta su buoni livelli, il ritornello mantiene "la calma" del resto del brano, e a livello di originalità non c'è male. Il testo e' discreto,, e Ruggeri tenta di dare un "perchè" al futuro, e con ironia, a grandi linee, parla dell'ipocrisia della gente. La canzone dopo, "In Trincea", mantiene la struttura del brano precedente: testo con ritornello ricorrente. Il testo è molto piu' "spensierato" della canzone precedente, però piu' corposo; musicalmente il brano è allegro, quasi come a ironizzare il testo della canzone, come suggerisce il titolo, parla di "In (una) Trincea" immaginaria (inaspettata questa scelta musicale, a giudicare dal titolo). Originale!
"La Vita corre ancora", invece, è una canzone malinconica, con un testo stupendo e una musica mai troppo lenta, che scorre e non lascia mai punti morti; a completare il tutto, in vari punti della canzone vi sono sapientemente posizionati degli struggenti e piccoli assoli di Schiavone, che danno davvero "un tocco d'autore" a tutta la canzone. Veramente da citare parti di questa come "Canto il passato perchè rimanga ancora, e la Signora che mi aspetta, che staccherà la Mela mai matura, che non arrivi così in fretta... da me". L'album continua con "Beneficio d'inventario" una delle canzoni più celebri di tutto l'album (proposta anche piu' volte da Ruggeri nei suoi concerti), fa tornare l'album su un ritmo ben tenuto, e ci introduce nel suo "Fantastico mondo", con un prologo di tastiera. Musicalmente la canzone, come già detto, mantiene lo stesso ritmo per tutta la sua durata, ma la chitarra e il sintetizzatore compiono grandi e veloci progressi durante il corso del brano; Inoltre la canzone è scandita piu' volte da un ritornello. Il testo è particolare, e non facilmente comprensibile (come molte altre canzoni del Rouge) a un primo ascolto; parla di un "Lui" (Poi Ruggeri in uno dei suoi prossimi album parlerà di una "Lei") che a quanto pare è proprio un "Mostro" nel vero senso della parola.
La traccia seguente, "Da questa vecchia casa", si apre con un vibrio di sintetizzatore, seguito da un'armonico "urlo corale" che proseguirà per tutto il resto della canzone, a cicli continui. A livello musicale la canzone è una vera e propria evoluzione, (ovviamente "un'evoluzione", sempre senza mai variare dal tema principale) veramente un'armonia di suoni. Il testo è veramente bello, misterioso e freddo; evidentemente Ruggeri, si sta riferendo al castello in cui ha passato l'inverno dell'84. Una delle canzoni dell'album che preferisco.
"La prima Sigaretta", canzone che segue, (è presente solo sulla Versione CD, ma ho lo stesso deciso di inserirla visto che è fra le mie preferite) è una gradevole canzone, dove in alcune parti presenta sonorità folk. Il testo è sublime, parla in parte dell'adolescenza e anche, per l'appunto, della "prima Sigaretta". Musicalmente la canzone scorre, piacevole, con una buona presenza di chitarra e sintetizzatore (che in alcuni punti si confonde per l'appunto con la chitarra!). La canzone verrà poi riproposta da Ruggeri nel suo album seguente. Fra le mie preferite.
"Poco più di niente" e' la canzone seguente, che molto spesso confondo con "Tutto Subito", con la quale effettivamente non c'entra niente; Boh, sarà un mio tic!. La canzone è un crescendo, sia di testi che di musica e presenta uno dei ritornelli biecamente più memorabili e "a buon mercato" di tutto il repertorio di Ruggeri. Gradevole brano, che stabilisce un ottimo equilibrio tra testi e musica; la batteria picchia decisa, il sintetizzatore svolge piu' ruoli, e Schiavone, anche se un pò in sordina, svolge il suo ruolo, con suoni tipicamente "rockeggianti".
Nella canzone dopo, "Non sono incluse batterie", in sottofondo predomina la chitarra, ma soprattutto il sintetizzatore, svolge un buon lavoro. Anche in questa track vi è presente un ritornello, che però non è mai sgradevole; la canzone e' forse un pò sottotono rispetto alle altre, avendo un testo piu' compatto, e meno d'autore.
La terzultima Track dell'Album, "Savoir-Fare", si rifà, come suggerisce il titolo, alla canzone francese (tema molto caro a Ruggeri, che dal 1980 iniziò ad inserire riferimenti "Francesiani" nelle sue canzoni). Al contrario delle mie aspettative, la canzone ha una grande presenza di tastiera, e appare come una vera e propria canzone d'autore. Non mi fa impazzire: non mi rimane in testa! (e questo non vuole dire un cazzo); ma il bello e' che mentre la ascolto noto un certo "fascino Rougeriano". Anche se a tratti presenta dei suoni, secondo me un pò fuori luogo.
"Come va, Fantasmi di città?"- Ebbene si', siamo giunti alla penultima track dell'album, "Fantasmi di Città", che e' fra le mie preferite del "Ruggeri anni '80", è quella che preferisco di tutto l'album. Il testo e' veramente semplice, dominato dal ritornello, cantato da un coro di presunti "fantasmi"; Il resto della canzone e' comunque interessante, e Ruggeri trova delle rime veramente sorprendenti. A livello di musica, niente da dire, la canzone e' dominata da tastiere e sintetizzatori; Vvramente affascinante! Memorabile!
L'ultima traccia dell'album, "L'ultimo Pensiero" (bugiardo!), è dominata dal piano, pseudo-archi e la voce di Ruggeri. La parte d'accompagnamento assomiglia molto a quella di "Contessa" dei Decibel; gradevole canzone sotto aspetto musicale, ma che viene sorpassata dal testo. Se fossi stato io avrei dato uno sguardo in piu' sotto l'aspetto musicale al brano e non lo avrei messo alla fine dell'album, anche se purtroppo il titolo suggerisce questo!
Album concluso. Nella mia personale Top 3, degli Album anni '80 che preferisco di Ruggeri.
Ruggeri si evolve di nuovo. Album bellissimo, però non può e non deve, piacere a tutti.
3,9 Pallini.
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