Difficile trovare un ottimo album di drone, in grado di essere molto più che il prolungamento prolisso di un suono, e ancora più difficile è trovare un album drone che non mostri mai segni di stanca, di noia, di lunghezza ingiustificata. Parlo di un album drone che non sia SOLO interessante e bello, ma che si faccia anche riascoltare più volte.
Si tratta di un genere che, in base al mood della giornata può colpire, avvolgere, trasportare, opprimere, inquietare, oppure annoiare a morte, portandoti a scegliere immediatamente qualcos'altro. Un po' come l'ambient, peggio dell'ambient.

Eppure, io un bel disco recente di drone come si deve (e più), che amo molto e che riascolterei più volte l'ho trovato. Parlo del debutto omonimo degli Ensemble Pearl, formazione vincente composta da volti noti del genere: Stephen O' Malley (Sunn O))) ), Atsuo (Boris), Michio Kurihara (Ghost) e William Herzog, dove ogni partecipante del progetto ha saputo magistralmente unire la propria idea del suono con quella dei compagni.
Forse è questo il segreto della riuscita del disco. Perché il drone di "Ensemble Pearl" è staordinariamente complesso, sfaccettato, tremendamente coinvolgente e inquietante. Unisce la psichedelia all'ambient, passando per esplosioni di violento noise e stoner-rock. Viaggia nelle galassie portandoti per mano, disegnando universi dagli splendidi colori, immersi nel più cupo dei blu. 
Tutti pezzi memorabili, tutti dall'eccellente impatto sonoro.

Basta l'apice del disco, il capolavoro "Island Epiphany", dove il flusso sonoro si incattivisce via via che scorrono i minuti, per capire che siamo di fronte ad un vero e proprio viaggio. Suoni che trasformano immediatamente l'ascoltatore in Ofelia persa tra le acque dell'inconscio. Persino negli attimi più dolci, come nell'atmosferica e pacata "Giant" la potenza non si disperde, non declina, non perisce. Ma vale la pena citare anche la cupa psichedelia di "Painting On A Corpse" così come l'ottima "Wray" o l'opener "Ghost Parade", pesante come un macigno, il biglietto per il cielo che si verrà a costruire più avanti. Più che su un treno, però, sembra di viaggiare su lenti elefanti. Ed è questo il bello. Perché mentre voi fluirete lentamente ascoltandolo, il cielo sopra di voi, con tutte le sue stelle, inizierà a comporsi, scomporsi, muoversi, danzare, all'infinito. 

A chiudere il cerchio, la monolitica, splendida, "Sexy Angle": il traumatico addio alle galassie per tornarsene sulla Terra. Si penetra in un tunnel fatto di ombre, la via d'uscita verso la metafisica. Il ritorno traumatico alla vita. 

Da ascoltare rigorosamente con gli occhi chiusi o al buio.  

 

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