Quando ci si fossilizza sempre e solo su un genere, si commette un grande sbaglio. Questo anche i sassi lo sanno. Si può incappare in due tipi di problemi, in questo caso: o non si hanno orecchie ed occhi per nulla che non sia, come si dice "True", e quindi, di conseguenza, si è portati a giudicare come spazzatura tutte quante le produzioni che non rispondano a certi determinati canoni strumentali e artistici; oppure una mattina gaia, ci si può pure imbattere nel disco eccezionale, suonato con maestria e ricco di contenuti, che lascia a bocca aperta e fa sì che ci si senta come idioti per non aver avuto la necessaria apertura mentale adatta ad accoglierlo prima.
Tutto questo prologo non è servito a nulla, se ora, parlando degli Ensiferum e del loro ultimo disco "Victory Songs", voi vi mettiate ad inveire. Troppo "Power" per essere apprezzati da coloro che sono fissati con il "Viking" e con il "Folk", troppo "Swedish" per chi ama il Power ed i ritmi serrati ed epici. E allora? Che cosa sono quindi, gli Ensiferum di oggi? O meglio: che cosa rappresentano oggi gli Ensiferum, quella stessa band che pubblicò in tempi non sospetti un album esplosivo, potente, ipnotico ed epico che si intitolava come il loro nome? Che cosa sono, oggi, questi cinque finlandesi che hanno costruito la loro fortuna appresso a battaglie, spade, asce, canti corali e inni alla Gloria Eterna del passato?
E' arduo poter rispondere. Soprattutto perché i presupposti perché gli Ensiferum di oggi sappiano farsi amare da una fetta di pubblico abbastanza consistente, che non perde occasione di glorificare il filone a cui questi appartengono (e che, molto eterogeneamente, comprende anche Manegarm, Moonsorrow, Wintersun. Solo per citarne alcuni), ci sono tutti. Ma specularmente, ci sarà anche chi (e credo che purtroppo non saranno pochi) ci sputerà sopra giudicandoli gaglioffi. Niente più di un fenomeno da baraccone.
Suvvia, con i tempi che corrono cominciamo un pò tutti ad averne le palle piene di gente come gli Amon Amarth et similia. Gente brutta sporca e cattiva, e che non fa altro che deificare battaglie vichinghe, che non fa altro che parlare del pantheon mitologico scandinavo, che non fa altro che produrre cose originalissime e potenti, e che nessuno, oltreoceano riesce ad eguagliare.
Se è questo averne le palle piene, allora mi metto in fila per farmele infilzare. E per gli Ensiferum prima di ogni cosa. Almeno per quelli vecchi, s'intende. Per questi, orfani del loro Deus Ex Machina Jari, forse potrei pensarci più di una volta, ma vi assicuro che, comunque vadano le cose, qualsiasi cosa gli Ensiferum siano o siano stati, ascoltarne l'ultima fatica (la terza in dieci anni, se si esclude l'inutile "Dragonheads") è sempre un piacere sopraffino che sarebbe disumano negare a chi di queste cose ne rabbrividisce.
Gli ingredienti ci sono tutti e sempre nella formula collaudata dalla casa: chitarre veloci e che nelle loro rispettive sezioni però, rimangono distinguibilissime e taglienti come rasoi, batteria sempre pronta a scattare in tempi forsennati, gli "Harsh" del nuovo cantante potenti e ben calibrati, dalle diverse sfumature, capaci di passare da un "clear" pulito e triste, all'aggressione sonora nuda e cruda, mantenendosi sempre nei canoni e negli stilemi di un certo qual Death Melodico di stampo "Swedish".
Forse è possibile che gli Ensiferum abbiano oggi deciso di affidarsi ad un diverso appeal, cercando di ricavare atmosfere di luoghi e cose in una maniera differente rispetto al passato. Quì si punta su una maggiore spinta melodica, imperniata su concetti epici e mastodontici che riescono, con la loro magia, a far sentire l'ascoltatore, se solo si avesse il garbo di chiudere gli occhi, come se si trovasse alla vigilia di una battaglia risolutiva e sanguinosa. A questo servono i cori, gli strumenti tradizionali utilizzati (addirittura, nella canzone che dà il titolo al disco "Victory Songs" è presente pure una solitaria e lontana cornamusa) e tutto il bric à brac che fa parte del corollario della band.
Si pensi, per esempio, all'intro "Ad Victoriam", e ditemi se quello che ho scritto poco prima non risponde al vero. Logico, sempreché abbiate la sensibilità e la necessaria immaginazione per poterne realizzare i contenuti. E poi, senza saltare per nulla, non è forse una mazzata quella "Blood Is The Price Of Glory" messa in seconda? Non è forse piacere per i lobi?
Inutile che mi perda ancora in chiacchere, spiegando canzone per canzone che cosa gli Ensiferum riescono a comunicare. Fatica superflua. Per poterli apprezzare dovrete ascoltarli, deliziarvene, farli vostri e magari, se saprete essere costanti nella vostra passione, per il cielo vedrete Thor sul suo carro trainato da una capra a saettare per il cielo il suo martello.
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