Non è affatto agevole parlare di una band camaleontica come gli Enslaved, alfieri del più brutale "viking metal" e capaci, al tempo stesso, di aperture "death-oriented"e psichedeliche come in questo CD.
"Monumension" si caratterizza come lavoro multiforme e capace di sorprendere l'ascoltatore ad ogni brano, con citazioni ispirate a certilavori dei Pink Floyd(!), e senza affatto rinnegare o dimenticare le proprie originali sonorità. I nostri mostrano una tendenza a sorprendere, anche a costo di scandalizzare i più "tradizionalisti". Si parte da un viking-metal pallido, oscuro ed aggressivo per arrivare ad un death molto essenziale e splendidamente prodotto. Sia chiaro, non pensate ad epiche cavalcate alternate in modo scontato a sfuriate in doppia cassa: siamo di fronte ad un disco troppo poliedrico per essere classificato in qualsiasi modo. Gli Enslaved hanno osato, hanno saputo proporre gli stilemi del genere in modo forse non originalissimo, ma con naturalezza.
Nel brano "Vision: Sphere of The Elements - A Monument Part II", ad es., si alternano momenti ambient a combinazioni sonore in cui sono i colpi di batteria di Bekkevold e il violento riffing di Isdal a farla da padrone: risultato, da brivido. Un pezzo monumentale che si imprime immediatamente nelle nostre menti fin dal primo ascolto. Reminiscenze del passato si sentono nella splendida "Hollow Inside", caratterizzata da un riff ossessivo (un po' monocorde) e dal consueto cantato tenebroso di Kjellson. Gli Enslaved simpatizzano per le nuove "tendenze" heavy, tra cui alcuni lavori dei Dimmu Borgir, ed in brani come il sopracitato è più che evidente. Ritengo apprezzabile questa svolta stilistica, pur ritenendo assurdo che siano loro stessi ad aver partorito dischi come il gelido "Eld", molto diverso da quanto proposto qui. Proprio questo loro distaccarsi dal black metal tradizionale ha incontrato la diffidenza di critica e fan, che non riuscivano a credere che i feroci vichinghi si fossero trasformati in un gruppo sofisticato ed ultra-intellettualistico - cosa tutt'altro che disprezzabile. E, aspetto ancora più pazzesco, gli Enslaved sono stati attaccati per essersi snaturati, per le idee del disco solo apparentemente innovative, per un riffing banale, financo per la produzione eccellente(!). Tutte critiche abbastanza immotivate, a mio avviso.
Queste sono il genere di cose che fatico a capire nella mentalità del metallaro medio: la totale mancanza di elasticità, il rifiuto dell'evoluzione, salvo poi criticare egualmente chi fa in 14 anni 15 dischi monolitici. Senza contare, giusto per puntualizzare, chi critica biecamente dischi del genere senza nemmeno ascoltarli, come è successo a chi ha stroncato gli Immortal e l'ultima recensione che avevo proposto tempo fa. Tornando a Monumension, ritengo che sia un gran disco, di quelli da riscoprire.
Nota di demerito, una fase compositiva forse un po' banale, troppo poco ricercata, troppo "già sentita". Personalmente mi hanno ricordato spessissimo alcuni passaggi dei Dark Tranquillity di "Projector": quantomeno l'oscurità del sound gli somiglia molto. E la valutazione diventa pienamente positiva nel momento in cui si colgono le citazioni psichedeliche, mai pesanti e mai casuali: esse fanno riflettere che, tutto sommato, non era proprio il caso (viste le potenzialità ivi mostrate) di rimanere ancorati al passato (certo glorioso), e diventare la squallida fotocopia di se stessi.
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