Da Castelfidardo ecco gli Entail, progetto partito nel 2010 e giunto alla sua prima pubblicazione nel 2013 attraverso l’EP “Lies of a free man” che li ha portati successivamente a un tour europeo e ad avere un’idea chiara sul da farsi in vista del debut album. Esordio che è arrivato a marzo con “United States Of Mind”, lavoro ben prodotto che vede in sede di mastering la presenza di Tony Lindgren e dei suoi Fascination Street Studios. La proposta dei nostri la potremmo catalogare nell’ambito del modern metal, con ampi richiami alla scena death metal melodica scandinava per quel che concerne la struttura sonora e forti echi crossover nell’interpretazione stilistica. A piacere di questo lavoro è soprattutto l’intensità, ogni brano sembra essere stato pensato per avere la miglior resa possibile in sede live e sicuramente tutto ciò rende più “vibrante” e intensa una tracklist fornita di alcuni brani davvero interessanti. Il fattore vocale pone in risalto soprattutto l’urlatore di turno, lasciando però a mio avviso il giusto spazio a voce melodica (la più interessante a livello di espressività) e i cori che di tanto in tanto spezzano le regole del gioco. Intensità e groove sono doti che non sembrano mancare a questi Entail, a tratti paragonabili ai primi Chimaira per il modo duro e puro di porsi, come in brani come “Think before you speak” e “All ways”, forse i migliori dell’intero lotto. Come detto in precedenza il lavoro svolto sui suoni ha sicuramente dato la giusta spinta al progetto, omaggiando soprattutto il virtuosismo dei chitarristi, posti spesso al centro dell’attenzione attraverso riffing cristallino e passaggi solo’s di livello. Un esordio quindi decisamente positivo che sarebbe risultato ancor più interessante se anche il lato “hard” alle voci fosse riuscito a concedere più soluzioni alla sua performance, d’impatto ma abbastanza standard nell’interpretazione.
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