Quando penso agli Entombed la prima immagine che mi viene in mente è un piccolo locale di musica live nella periferia di una qualsiasi città di provincia europea, stipato all'inverosimile. Fuori è inverno e la nebbia fa distinguere a malapena le sagome dei pochi che non sono riusciti a trovare riparo dentro al locale. L'atmosfera all'interno è incandescente e cinque svedesi di nero vestiti danno l'anima suonando ROCK. Si rock, perchè a distanza di vent'anni dal loro primo disco ufficiale quel "Left hand path" che sconvolse la scena death mondiale sancendo la nascita del movimento svedese-scandinavo, gli Entombed non sono mai diventate quelle rockstar che meriterebbero di essere alla pari di Slayer e Metallica, ma sono rimasti ad oggi delle persone affabili e disponibili, consci di avere come minimo aperto le strade al death metal scandinavo ed più avanti di aver rivoluzionato quel suono imbastardendolo con il rock ed il blues e con "Wolverine blues" uscito nel 1993 aprirono nuovamente altre porte ad un nuovo sound che farà proseliti. Insomma sempre avanti in tutti i sensi.

"Morning Star" rappresenta esattamente il disco della carriera, quello fatto con anni di esperienze sul groppone e di concerti davanti alle grandi platee, magari accompagnando grossi nomi, ma anche davanti a pochi fedelissimi suonando sopra ad un piccolo palco con il sudore che gronda dalle loro fronti visibile ad occhi nudi.

Esce nel 2001, dopo due lavori un po' sottotono come il mediocre "Same difference", uscito dopo la dipartita del batterista Nicke Andersson, diventato il frontman degli Hellacopters e dopo  "Uprising" che cercava di ristabilire il legame con i primo periodo Death del gruppo. Quello che ne esce è forse il loro disco più bilanciato e perfetto per rappresentare l'intera carriera. Un disco che si va a porre esattamente tra i loro due album cardine e senza ombra di dubbio rappresentail loro apice creativo e di rinascita. Là dove il Thrash metal degli Slayer periodo "Season in the abyss", rappresentato da Chief Rebel Angel, I for an eye incontra l'hardcore di Ensemble Of the Restless e Young man nihilist e il death'n'roll di Out of heaven incontra il doom sabbathiano delle parti più rallentate. Insomma dalla chitarra di Cederlund, maggior compositore del gruppo escono dodici schegge tanto prevedibili, il trademark è quello di sempre, quanto impazzite, per la foga e la voglia di dimostrare che il gruppo di una volta c'è ancora. La voce di Petrov come al solito è marcia al punto giusto e il lavoro alle chitarre di Cederlund e Hellid non ha nulla da invidiare alle migliori axe-twins in ambito Metal. Tutte le canzoni valgono l'album, nessun riempitivo, dal groove assasino di Bringer Of light alla più modernista e pacata Mental Twin.

Gli Entombed faranno ancora uscire il sabbathiano"Inferno"(2003) e l'ultimo "Serpent Saints" uscito nel 2007. Purtroppo i troppi cambi di line-up hanno minato un pò l'immagine del gruppo che comunque continua a calcare i palchi come se i vent'anni di carriera dovessero ancora passare. Onore dunque ad un gruppo che non mai nascosto la propria voglia di ammodernare un genere come il Death metal, inserendo massicce dosi di rock senza mai svendersi ma restando sempre credibili ed onesti.

Intanto il piccolo locale di periferia sta per chiudere, è notte fonda, gli Entombed firmano gli ultimi autografi e bevono le ultime birre in compagnia dei pochi fans ancora nel locale. Il tour-bus li aspetta...

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