Degli Entombed, un tempo, si faceva un gran parlare.
Come tutte le band seminali di un certo genere, hanno influenzato eserciti di musicisti e hanno dato pane a orde di giornalisti e appassionati, non dimenticando mai di procurare anche buone dosi di veleno ai detrattori di turno. Tutto questo, gli Entombed lo conoscono bene.
Partiti con due classici del genere Death Metal come "Left and Path" e "Clandestine" che definirono in maniera chiara e precisa che cosa fosse e significasse lo "Swedish Metal", senza inutili e superflui soggezioni verso la scena americana del genere, passarono poi per essere i campioni delle "super contaminazioni", contribuendo ad influenzare tutto quanto di buono o di cattivo il Death Svedese, ma non solo, ha poi prodotto in futuro.
"Wolverine Blues" è stato considerato come il "punto di rottura" tra il passato feroce ed oltranzista di "Clandestine" ed il futuro, mica tanto roseo, dei successivi (ed a volte vergognosi) lavori della band. Se da un lato si capisce bene perché gli Entombed abbiano saputo cavalcare l'onda del loro successo e sfruttarla al meglio. Già si intravedono le "contaminazioni" non propriamente ortodosse che poi, gli stessi, ci proporranno in futuro. Rimane comunque forte ed inconfutabile la straordinaria violenza che questo lavoro perpetra in ogni solco: la rabbia di Lars Goran Petrov è tangibile e sempre presente, dando a questo album un pathos unico ed affascinante; le chitarre nel loro stridere ed incedere rozzo, semplice ma cupo, e la batteria che svolge un esemplare lavoro, devono per forza di cose piacere.
Anche se si tratta di un lavoro, che chiameremo di "transizione", le dosi massicce dell'anima blasfema e feroce degli Entombed si sentono eccome. Basta ascoltarsi "Eyemaster", "Wolverine Blues" e la bellissima, ed altrettanto incazzata "Full of Hell", il miglior episodio del lavoro, che sembra travolgere le orecchie di chi ascolta con una furia calcolata da manuale, e trascinante, a cui è impossibile rimanere indifferenti.
A me piace sempre ricordare questo album, come la summa, e allo stesso tempo, il testamento degli Entombed, proprio perché ritengo che, dopo del presente, nulla sia riuscito ad eguagliare in tutto, l'opera di questi che, lo dico da ammiratore, avrebbero potuto risparmiarci alcuni vergognosi episodi della loro discografia, perché superflui, inutili, e in definitiva non all'altezza di una band dalla simile caratura sonora.
Carico i commenti... con calma