In mezzo a tutte le immonde ed inutili porcherie che si trovano su YouTube è una bella sorpresa trovare in quel posto ogni tanto qualcosa davvero di speciale.
Io ho trovato questa intervista particolarissima, un’intervista fatta da Enzo Biagi a Pier Paolo Pasolini nel lontano 1971.
Ora, Pasolini, si sa, è una icona laica, un santo venerato dalla comunità dei ribelli, per noia o convinzione, diversamente integrati nella società dei consumi, e non solo.
Tutti lo citano, un po’ come succede con Fabrizio De Andre’, altro santo laico dell’era moderna.
Sulla interpretazione del suo pensiero si arriva anche ad accesissime risse verbali.
Questa intervista mostra invece un Pasolini lontano anni luce da quella figura sacra di nume tutelare della cultura dissidente e “in direzione ostinata e contraria” che suo malgrado dopo la sua morte si è vista affibbiare dal mondo della cultura, forse per tenerlo meglio distante e non fargli fare danni.
Certo, si riconosce anche in questa intervista il suo pensiero.
Ma è il contesto dell’intervista che rende il suo pensiero “più umano”, meno stentoreo, a volte didascalico, meno convinto, e quindi più “fragile”.
Un contesto costituito da un gruppo di suoi ex compagni di liceo e di un suo professore.
Sono tante le cose davvero belle in questa “intervista” (a parte il fatto che l’intervistatore sia il grande e compianto Enzo Biagi):
- La presenza dimessa e annoiata di PPP e la sua reazione alle parole e ai racconti dei compagni di classe
- L’affetto sincero e l’ammirazione dei suoi ritrovati compagni di scuola e al contempo la franchezza con cui alcuni di essi contestano le sue idee ed esprimono dubbi nei confronti della sua opera artistica
- Il modo impacciato in cui a volte Pasolini risponde alle loro obiezioni, il modo in cui candidamente ammette le possibili falle nelle sue convinzioni e nelle sue idee
- La sincerità con cui PPP parla dei suoi traumi, della sua (superata) paura della morte, del suo totale pessimismo, con cui esprime i sentimenti nei confronti del padre.
Il tutto in grado di fornire una perfetta testimonianza ed esegesi delle contraddizioni, di cui era orgogliosamente fiero, alla base del suo pensiero e delle sue opere letterarie e cinematografiche.
Rispetto ad una televisione moderna in cui i fatti intimi vengono venduti ad un pubblico voglioso di dimenticare se stesso, per noia o necessità, questa intervista, mai andata in onda mentre Pasolini era in vita, rappresenta una specie di capostipite dimenticato.
Ed è terribile sentire Pasolini, davanti ai suoi compagni ed al suo professore del tutto contenti dell’occasione avuta, contestare la sua stessa partecipazione al programma, un po’ per una mal celata presa di posizione ideologica un po’ per reale distacco, cosa che sembra dimostrare per tutto il corso dell’intervista.
Quasi come se ci avesse visto di nuovo lungo, ancora una volta, avesse intuito quello che saremmo diventati.
Caldamente consigliata una visione, ai fan ed a quelli che semplicemente cercano di conoscerlo meglio.
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