E rieccolo, quello lì che ha intasato debaser con Jannacci. Si, arieccomi a parlare di Enzo.

Quando ho deciso di ricominciare a scrivere sui dischi di Jannacci avevo optato di far la recensione di "E allora concerto", però per qualche strano meccanismo della sorte sono finito a scrivere di questo disco, Parlare con i limoni. Premessa:il disco lo reputo il peggiore di Enzo, per vari motivi che dopo vedrete, ma sappiate che comunque non è da buttare (e vale 3 stelle, quindi troppo male non è).

Si parte subito col botto, "Parlare con i limoni" è una delle canzoni più importanti di/per Enzo: si parla di vecchiaia, di follia e di Luigi Tenco: bellissima.

"Due gelati" avrà sicuramente fatto rizzare i capelli a tutti gli ascoltatori accaniti di Jannacci: la base musicale è la più pulita e rifinita del disco e si parla D'AMORE in un testo che seppur surreale, tra gelati e balilla, riesce ad essere DOLCE E ROMANTICO (anomalia allo stato puro). La canzone, forse più sottovalutata del disco, è forse "Il castello dei Ma", io invece non la sottovaluto per niente: lo ritengo un'ottimo pezzo che parla di una società indifferente, insomma un bijou. Ma il meglio lo troviamo nella quarta traccia, "Senza parole", la musica è ballabile e il testo è scritto molto bene (ovvio che non supera quello della title-track). E arriviamo alla canzone più famosa del disco, quella "Poveri cantautori" che annuncia la fine del cantautorato su una musica strombettante (rubata a Joe Cocker, per Diana). E fino a qui tutto bene, poi arriva "La fine della storia" che con la sua musica sbrodolante e un testo poco più che mediocre riesce a mandare all'aria un disco che fino a quel punto era bello. Vabbè, sorvoliamo e guardiamo a "Il futuro", dove sassofoni vibrandi accompagniano un testo che sembra più uno scioglilingua, soprattutto il ritornello: però il messaggio è chiaro, se non paghiamo noi i nostri debiti li devono pagare i nostri figli. Ricala l'atmosfera, cominciano i due minuti scarsi di "Souvenir", dove troviamo un testo malinconico su una musica che non rende giustizia a queste parole strane e bellissime.

Insomma, un disco buono ma in certi momenti Enzo la fa un po' fuori dal vaso. Il disco si può anche sorvolare, ma se siete curoisi date un'ascoltatina

Carico i commenti...  con calma