Gli Epica non sono di certo nuovi ad episodi come questo. Per ingannare l'attesa degli ormai numerosi fan (guadagnati con la pubblicazione di due capolavori di metal sinfonico che rispondono al nome di "The phantom agony" e "Consign to oblivion") tra un album e l'altro, Mark Jansen e compagni hanno sempre avuto in serbo delle piccole chicche da pubblicare al momento giusto. Fu così che, nei numerosi tempi morti, videro la luce lo splendido dvd "We will take you with us", vari singoli (tra i quali mi preme citare "Feint", contenente una bellissima versione pianistica della stessa titletrack) e l'agognata soundtrack "The score - An epic journey" già in cantiere dai primi mesi di vita del gruppo olandese. Insomma, la band, sin dall'esordio nel 2004, non è mai stata assente per più di qualche mese dalle scene.
Nel 2006 è il turno di "The road to Paradiso", un libro curatissimo (soprattutto per quanto riguarda la sezione fotografica, arricchita da foto inviate direttamente dai fan) che narra la nascita, lo sviluppo e le successive epiche gesta compiute dalla band negli ultimi anni, come la conquista dei palchi sudamericani o l'indimenticabile esibizione al Paradiso, una sorta di mecca per molte rock band olandesi. Il tutto è accompagnato da un cd da ascoltare pari passo alla lettura del libro. L'idea del photo-sound book potrebbe anche essere carina ma mi ricorda tanto le favole Disney accompagnate da musicassetta con annessa colonna sonora che compravo da bambino in edicola. La domanda è questa: perché in un'era tecnologica come la nostra, dove i dvd riscuotono tanto successo, non provare a pubblicare lo stesso prodotto in formato video? Forse gli Epica, ancorati nella loro musica ad un immaginario medioevale e precolombiano, hanno voluto promuovere la riscoperta del fascino e l'importanza della lettura. Il problema è che il libro si fa leggere in poco meno di un quarto d'ora, e la gioia provata da un fan per l'acquisto di questo bel cofanetto svanisce completamente al momento dell'ascolto del dischetto allegato.
Ad introdurci nel viaggio musicale tra il passato ed il presente della band è "Caught in a web", lodevole traccia sinfonica tuttavia già ascoltata in "The score - An epic journey". I commenti dei vari musicisti riguardo alle versioni demo o live di alcune canzoni occupano quasi la metà della tracklist; trovo questa scelta a dir poco vergognosa. Il resto del disco si dipana tra le versioni demo di "Adyta", "Cry for the moon" e "Quietus", deficitarie delle ammalianti melodie vocali di Simone Simons e dunque scarsamente attraenti, ed alcuni estratti live ("Solitary round" in una bella versione pianistica, "Blank infinity" e "Mother of light") rovinati da una registrazione veramente pessima che non fa che metter in risalto soltanto la pur sempre ottima voce di Simone a discapito degli strumenti. A metà disco siamo obbligati a riascoltare per l'ennesima volta la stessa versione di "Quietus (Silent reverie)". Anche in questo contesto non ne sentiva il bisogno nessuno. Le altre chicche offerte sono "The fallacy", pessimo connubio sperimentale tra musica pop alla Hillary Duff ed operistica, la smorta ed innocua cover orchestrale di "Crystal mountain" dei Death, l'inedita e poco entusiasmante traccia film-score "Purushayita" e il capolavoro "Linger", ballata pianistica che con il suo mood romantico, malinconico ed autunnale è sufficiente a dimostrare che gli Epica sanno fare di meglio e che questa uscita lascia un po' il tempo che trova, su tutti i fronti analizzabili.
Inutile per un non appassionato, ma di scarso interesse, e forse irritante, anche per qualsiasi fan che si aspetti un estemporaneo ma interessante prodotto musicale dalla band.
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