Comincio la mia avventura qui in DeBaser, con una recensione di un album nuovo di zecca, e di un gruppo altrettanto nuovo di zecca..
La band:
Gli Erase nascono in quel di Alessandria nel 2008, dall'incontro di 5 giovani musicisti provenienti da esperienze musicali diverse: brutal-death, trash metal e un più soft pop-rock. Non tradendo ciascuno il proprio background, ma, anzi, mettendolo a disposizione del gruppo come bagaglio culturale su cui lavorare, sviluppano un progetto del tutto originale nel panorama metal italiano e non solo, tanto da risultare difficilmente collocabili in questa o quella categoria (alleluja!)
Dopo la pubblicazione di un Ep nel 2009 e il distacco di un chitarrista, pochi mesi fa vede la luce il primo album dal titolo "May I Sin", con la line-up definitiva:
Daniele Boccardi: voce
David Boniolo: chitarre
Luigi Poggio: basso
Marco Lombini: batteria ed elettroniche
"May I Sin?" è senz'altro il primo, importante mattone del progetto del tutto originale degli Erase: il loro,infatti, sebbene sia un metal aggressivo, sfacciato, a volte disperato, non prescinde mai dalla melodia, anzi, ne è di sicuro un punto di forza: le progressioni che talvolta sfociano nel deathcore, talvolta nel metalcore non sono "assemblate alle parti melodiche, ma sembrano miracolosamente scaturire da esse; e questo crea variazioni e movimenti all'interno di uno stesso pezzo quantomeno sorprendenti, grazie soprattutto alla versatilità della voce di Daniele e alle sue notevoli capacità interpretative.
La track list:
"Ashes And Sinners" è un'opener perfetta non solo per il richiamo al titolo dell'album, ma perchè introduce a ciò che ascolteremo traccia dopo traccia: suono pulito, elettroniche essenziali, armonizzazioni chiare e sezioni ritmiche importanti, se non portanti: basso e batteria creano e disfano le linee armoniche senza esitazioni con chitarre e voce al seguito
"Another Day" ha un testo coinvolgente, con immagini forti che si trasforma nel finale quasi in una preghiera rabbiosa, interpretata benissimo da Daniele, melodico e grintoso.
"No More Life" ha di sicuro la chitarra più cattiva dell'album, a supporto di un testo violento e arrabbiato; il pezzo parte in quarta per poi rallentare in maniera decisamente inquietante.
"I Can't Believe In Nothing" ha un bel testo, incisivo, toccante, interpretato sempre in modo molto coinvolgente; la melodia è tra le più orecchiabili, resta in testa un bel po', complice la connotazione più rockeggiante rispetto agli altri pezzi.
"My Mirror" è un'incalzante contrapposizione tra chitarre e ritmiche che svela i numeri tecnici dei musicisti...tanta roba..
"Ripped Inside" è un martello pneumatico, ci danno dentro tutti senza soluzione di continuità, le chitarre sono ipnotiche e anche la parte melodica ha la stessa cadenza asfissiante della batteria di Marco che non da tregua dall'inizio alla fine..non a caso è l'unico pezzo che finisce sfumando..cioè non finisce...
"Lover" è sicuramente il pezzo più pregiato di quest'album che presenta continue variazioni di tempi e ritmiche che stupiscono e convincono: il progetto Erase da qui sicuramente il meglio di sé.
"Demons" ci riporta alla vena melodica arricchita da elettroniche discrete, ma efficaci che apportano modernità senza snaturare gli intenti. Anche qui un rif orecchiabile.
"Always Faithfull" è un pezzo anche questo con variazioni di ritmi e qui, anche di intensità, ma rispetto agli altri pezzi qui le intuizioni innovative si sprecano: decisamente incisiva la chitarra di David e i cori che si alternano e si sovrappongono allo scream rendono questo pezzo il più dolce dell'album, grazie sempre alla voce di Daniele che fa davvero qualsiasi cosa!
"My Own Creed" chiude l'album ed è quasi un pezzo liberatorio in cui i 4 ragazzi si scatenano e picchiano duro accelerando e incalzando da matti con una batteria veramente superba.
L'unica pecca di questo album a mio avviso è che manca di pezzi non dico lenti (anche se sarei curiosa di ascoltare una ballad degli Erase!), ma che facciano riprendere fiato e rendano dinamica la track list come poi accade nei singoli pezzi. Per il resto credo che bisogna dare fiducia a questa band che tenta di uscire fuori dal coro e dagli schemi ed in più di un'occasione ci riesce alla grande. Sono convinta che possono osare di più se solo continuano a sviluppare le intuizioni e gli spunti di quest'album, d'altra parte non farlo sarebbe un crimine contro la musica, perchè i numeri ci sono tutti!
Nina.
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