Siamo nella metà degli anni '80 e per Eric Clapton è il momento di tirare le somme. La vita personale cammina su di un binario parallelo a quello della propria carriera artistica, e così le uscite dei dischi (l'innovativo - ma commerciale - "Behind The Sun" pubblicato nel marzo 1985) si alternano alle vicissitudini private: l'allontanamento da Pattie Boyd e la conseguente separazione nel 1988 che lo porta tra le braccia del manager degli studios di Montserrat (Uk) Yvonne Khan Kelly, (con cui nel 1985 aveva avuto segretamente una bambina di nome Ruth), mentre l'estate del 1986 lo vedrà nuovamente genitore di Conor (figlio dalla soubrette Lory Del Santo)riservandosi la fine dello stesso anno per la pubblicazione del controverso "August", che oltre a portare nuova popolarità, sarà sino a quel momento, anche il disco più venduto di Clapton.
I quattro cd del cofanetto di "Crossroads" capitano nel momento ideale, quello in cui il geniale Eric decide di fare un bilancio delle sue tre decadi di cammino artistico, trovando nell'emergente formato del compact disc un incentivo alla diffusione di un'alta qualità di incisione, premiando i fans di vecchia data ed incoraggiando anche il mercato dei neofiti. Un fedele ed esteso specchio di una carriera che prende piede da un villaggio del Surrey dI cui si libera presto, per incanalarsi su strade anche ostili, una personale volontà di emergere nel non facile universo della musica, ove trionfi ed insuccessi sono sempre (in agguato) dietro l'angolo.
Il suo gruppo sono i Roosters (con Paul Jones e Brian Jones) ed è subito grande blues, per poi approdare nei Casey Jones and the Engineers ed infine ai The Yardbirds. Ed il primo cd parte proprio dal gruppo di Keith Relf, con cui vengono ripescati "Boom Boom" e "Honey In Your Hips", esempi di spontaneo blues rock suonato con sentimento e passione. Se "For Your Love" (il primo singolo della band) risulta di impronta chiaramente beat rappresentando forse l'aspetto più commerciale della band, spetta al trascinante strumentale di "Got To Hurry" (che il manager Gomesky soffiò a Clapton ...) rispecchiare cosa scorre nel sangue dei cinque inglesi. Ad oramai due mesi dall'abbandono degli Yardbirds nell'aprile del 1965, arrivò l'irrefutabile chiamata di John Mayall. E' con i Bluesbreakers che Clapton sale sul treno della notorietà e lo dimostrano brani come "Lonely Years" e "Hideaway" che sono una sentita rilettura di un viaggio sulle rive del Mississipi, dove sopravvivenza ed oppressione sembrano dovervi convivere per sempre. Il talento che veste i panni dell'elettricità si chiama "Steppin' Out", mentre "Ramblin' On My Mind" nel suo incedere piacevolmente stanco, palesa sofferenza, complicità e genuinità allo stato puro. E' durante l'esperienza con John Mayall che Clapton conosce lo strepitoso drummer Ginger Baker ed il dotato bassista e cantante Jack Bruce, con i quali fonderà i Cream. Ad aprire la carrellata di questo supergruppo sono in successione "Wrapping Paper" e "I Feel Free" che nella loro brevità, sono sufficienti a chiarire la forma personalizzata di rock, jazz e blues di cui si fanno messaggeri, lasciando alla scorrevolezza di "Spoonful" divulgare la perfetta convivenza strumentale tra i tre musicisti. All'atmosfera suadente di "Strange Brew" (dalla forte inclinazione pop) spetta introdurci a quel "Disraeli Gears" che sancirà a dovere il verbo dei Cream, anche per via del primordiale hard rock di "Tales Of Brave Ulysses" e di quel riff vincente che renderà immortale "Sunshine Of Your Love".
Dall'esperienza con un supergruppo ad un'altra e mettendo insieme cosa sopravviveva dei Cream, per l'appunto Ginger Baker, l'amicizia di Steve Winwood (Traffic) ed il bassista Rich Grech (ex Family), nascevano i Blind Faith. Autori di una raffinata miscela di blues rock e british blues, daranno alla luce l'unico ed omonimo eccellente album di cui, "Presence Of The Lord", "Can't Find My Way Home" e "Sleeping In The Ground" ne riassumono l'indubbio valore. Dalle esibizioni dal vivo dei Blind Faith nasce una spontanea amicizia di Clapton con il gruppo di supporto Delaney and Friends, collaborazione qui unicamente testimoniata dalla travolgente "Comin' Home". Ad arricchire il carnet delle collaborazioni, arriva l'esperienza con i Derek and the Dominos, la cui rilevanza oltre ad essere assicurata dalle valevoli "Tell The Truth" e "Key To The Highway" è anche occasione di far godere con "Mean Old World" le orecchie di chi ascolta, e della magica e proficua collaborazione che vi fu tra l'inesauribile Eric e Duane Allman, sorretta principalmente da un'infinita e mutua ammirazione.
La carriera solista viene ripercorsa in maniera dettagliata dall'omonimo esordio (eccellenti "Blues Power", "Let It Rain" ed il restyling di "After Midnight"), passando per l'indiscussa qualità di "461 Ocean Boulevard" che nella slide di "Motherless Children" e nel reggae di "I Shot The Sheriff" (Bob Marley) trovano il giusto traino per garantirsi la presenza su Billboard. La pacatezza e la riflessione a cui inducono "The Sky Is Crying" o "Better Make It Through Today" fanno di "There's One In Every Crowd" (1975) un disco di transizione, mentre la flessibilità delle note di "Double Trouble" e la carezzevole "Sign Language" (... dalla penna di Dylan) faranno sembrare il quarto capitolo "No Reason To Cry" come il preludio ad una ritrovata normalità dell'artista.
Nel 1977 nonostante l'alcool abbia sostituito le droghe Clapton pubblica "Slowhand" (in onore alla velocità dei suoi assoli ma anche al giochino di parole slow handclap che sta per lento battimani ...), un disco che d'impatto si mostra piacevole e coinvolgente, attraverso capolavori come "Wonderful Tonight" o l'aria country respirabile in "Lay Down Sally", ed ancora un omaggio al re del Tulsa sound (anche "After Midnight" proveniva dalle mani di J.J. Cale) con "Cocaine", il cui groovy riff è già parte della storia. La fine degli anni '70 porta nei negozi di dischi "Backless" (novembre 1978), l'album più rilassato di Clapton sino a quel momento, che da modo di non interrompere - raccogliendo sempre folle deliranti agli show - il consolidato ciclo registrazione-pubblicazione disco-tour. Dopo la pubblicazione del buon live "Just One Night" (1980), prevale la consapevolezza che tentare uno "Slowhand pt. II" non sia cosa facile, lasciando per "Another Ticket" (1981) prevalere pezzi di atmosfera ma nel contempo morbidi, di cui "I Can't Stand It" ne è un chiaro esempio. "Money And Cigarettes" (1983) a suo modo è una rinascita e nonostante il rock'n'roll qui compaia solo con "The Shape You're In", c'è subito di cui ricredersi prestando orecchio al singolo mancato "She's Waiting" dal composito e ritmato "Behind The Sun" (1985), delegando la solare "Miss You" (da "August" - 1986 -) a chiudere il viaggio musicale tra gli album solisti di (come usava definirsi lo stesso Clapton) un itinerante operaio a giornata divenuto leader.
Quasi cinque ore di musica in cui è possibile percorrere e gustare una vera e propria autostrada artistica, nella quale viene messa a nudo una carriera caratterizzata anche da alcune sbandate, che mai hanno tradito quella crescita identitaria che ha reso Eric Clapton l'indiscutibile icona che tutti conosciamo. Un cofanetto imprescindibile e completo per chi, evitando di dimenarsi in una discografia dalle fattezze di una intricata ragnatela, voglia lasciarsi avvolgere da un musicista che in maniera confidenziale e semplice è stato in grado di incamerare dal blues molto più di quanto non abbiano fatto molti dei suoi stessi inventori.
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