Eccoci qui con questa fantastica opera di due tra i più sfigati jazzisti di tutti i tempi: Eric Dolphy e Booker Little, entrambi morti prematuramente senza ancora aver espresso al massimo il loro potenziale (sopratutto l'ultimo).
Qui li troviamo insieme al culmine della loro collaborazione (Booker L. morirà appena 9 mesi dopo), sorretti e accompagnati da Jaki Byard, Ron Carter e Roy Haynes, mica fichi secchi o cozze annacquate!
Intendiamoci qui non abbiamo il Dolphy di Out to launch, piuttosto il sassofonista è ancora all'inizio del suo percorso di sperimentazione (che dopo proseguirà con Mingus e Coltrane per poi terminare a causa un coma diabetico), deliziandoci con brani ricchi di melodia ed altri dalla forma più free, alternandosi anche al flauto ed il clarinetto basso.
Booker Little è favoloso come sempre (ah se non fosse morto a 23 anni per insufficienza renale..) a confermare le aspettative di allora che lo inseriva tra gli eredi più dotati di Clifford Brown, sicuramente con più voglia di sperimentare e prendere rischi..
I due amici dimostrano di suonare bene insieme, ben affiatati e con le idee chiare, coppia che se il fato lo avesse permesso avrebbe potuto creare dei veri capolavori (ma questa alla fin fine è la storia del Jazz: quel che avrebbe potuto essere se..)
Tra i brani migliori i due dedicati a Parker e la titletrack.
Penso sia l'album ideale per chi voglia conoscere Dolphy e Little, e rimpiangerli...
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