Eccomi qui a cimentarmi con la mia prima recensione su DeBaser, con molta umiltà e curiosità per come verrà valutata.
Notando che Eric Johnson compare su questo sito solo con "Venus Isle" (ottimo disco) e per il lavoro con il G3, ho pensato che qualcosa su questo disco andava detta; sto parlando di ''Ah Via Musicom'' seconda fatica in studio, datata 1990, del chitarrista texano. Molti al sentire il nome di questo disco pensano immediatamente che qui è presente un brano chiamato ''Cliffs Of Dover'', credo di non sbagliarmi ad affermare che questo è il brano più conosciuto di Johnson, un concentrato di assoli e linee di chitarra che moltissimi chitarristi hanno imparato a memoria, non stancandosi mai di ascoltare e di suonare! Giustamente questa canzone fu insignita del titolo di ''migliore performance rock strumentale'' ai Grammy Awards del 1991 avendo la meglio su pezzi come ''Kind Of Bird'' degli Allman Brothers, ''Masquerade'' degli Yes o ancora ''Where's My Thing'' dei Rush.
E' proprio ''Cliffs Of Dover'' ad aprire questo lavoro (in realtà la prima 'traccia' è ''Ah Via Musicom'' ma è un brevissimo trampolino di lancio per la successiva). La terza canzone è ''Desert Rose'' anche quest'ultima tra le più conosciute di Eric Johnson, brano cantato e con due assoli che non fanno che confermare il talento di questo chitarrista nel ricorrere spesso a scale pentatoniche senza mai cadere nello scontato. Subito dopo ecco ''High Landrons'' non mi soffermo troppo su questa canzone, (seconda delle quattro con testo nel disco) si lascia ascoltare... ecco tutto; potrebbe apparire un pò commercialotto ma possiede alcuni elementi che le allontanano almeno in parte questo aggettivo.
Segue ''Steve's Boogie'' un brano che vuol essere un tributo al chitarrista di pedal-steel guitar di Austin Steve Hennig, la melodia è appunto un mix di country e boogie che colpisce per l'energia che riesce a trasmettere nei suoi soli 2 minuti di durata. Il Pezzo seguente ''Trademark'' è un blues a ritmo lento ma trascinante , in cui si assiste (e non è unico caso nel disco) ad una pulizia e ad un eleganza nel suono meravigliose, e all'abilità dell'artista di Austin nel passare dal 'pulito' al distorto senza perdere questi aspetti. La settima traccia è ''Song For George'', dedicata, questa volta a George Washington, un anziano chitarrista texano amico di Johnson. ''Song For George'' é un brano eseguito interamente con la sola chitarra acustica accordata in 'double dropped-D' (ovvero con la prima e la sesta corda abbassate di un tono, Re (D) appunto) che mostra come l'arista americano sia in grado di comporre egregiamente anche sull'acustica (il brano che però dimostra in maniera migliore le sue doti di chitarrista acustico, a mio parere, è ''A Song For Life'', presente nell'album ''Seven Worlds'').
Con ''Righteous'' si ritorna a parlare del blues, fatto come dio comanda, e sempre con l'aggiunta di quel tocco di originalità tipico di Eric Johnson, pezzo molto carico che però, a mio avviso, merità di essere ascoltato e soprattutto osservato nell'esecuzione live. Seguono ''Nothing Can Keep Me From You'' e ''Forty Mile Town'' ultimi due pezzi contenenti testo e, circa il primo, una melodia molto orecchiabile, ma al di là di questi aspetti, ci si ritrova ancora una volta ad apprezzare la finezza e la pulizia nell'esecuzione anche solo di brevi frasi solistiche tra una strofa e l'altra. La chiusura dell'album è affidata alla calma strumentale ''East Wes'', terzo brano di questo lavoro dedicato a un musicista, in questo caso si tratta del grande jazzista Wes Montgomery.
In conclusione, un disco che consiglio vivamente ai chitarristi che non conoscono bene questo artista, ma cogliendo l'aspetto generale di ''Ah Via Musicom'' posso dire che esso contenga gli ingredienti giusti per far trascorrere 40 minuti piacevoli anche a chi è estraneo al mondo della chitarra.
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