Dopo Paul Gilbert e Richie Kotzen, un altro pezzo di una delle migliori e più virtuose formazioni hard rock anni '90 (e anche una delle più sottovalutate, purtroppo), i Mr. Big, si presenta in Italia per un tour: il cantante frontman Eric Martin.
Giunti al pub designato come sede del concerto con abbondante anticipo e aspettato per le consuete 2 ore circa, giunge finalmente il momento dello show: Eric, dall'eterna aria da ventenne nonostante le 46 primavere, accompagnato da una band tutta italiana, si presenta sul palco con "I Wish You Were Here", brano tratto dal cd frutto della sua collaborazione con il guitar-hero giapponese Tak Matsumoto. Terminata questa prima canzone, giunge la prima vera scarica di adrenalina per i presenti (in realtà abbastanza pochi): "Daddy, Brother, Lover, Little Boy" dei Mr. Big, accolta con un boato e cantata a squarciagola da tutto il pubblico: buona la prestazione della band, anche se i tempi dei duelli chitarra-basso-trapano Makita di Paul Gilbert-Billy Sheehan sono lontani.
La scaletta è stata incentrata principalmente sui brani della band americana, scelta in qualche modo obbligata, data la scarsa popolarità delle uscite soliste di Eric nel nostro paese: così, tra qualche estratto della sua avventura solista (tra cui la trascinante "Untouchable") e un'ottima "Wonderland", anch'essa estratta dal lavoro con il Tak Matsumoto Group, sono state proposte canzoni che spaziavano ampiamente nel repertorio Mr. Big: molto apprezzati l'energica "Electrified", la frizzante e decisa ballad "Shine", il coinvolgente ritmo funky di "Dancin' With My Devils".
Non sono mancate le sorprese, piccole chicche quasi dimenticate e per questo ancora più apprezzate, come "A Rose Alone" e la splendida "Temperamental", brano irresistibile nel suo incedere, presentato da Eric con una divertente introduzione, basata sulla sua vita familiare e in particolare sulle donne che la animano; è stata eseguita anche "Voodoo Kiss", dallo storico album "Lean Into It", album a cui la band ha attinto in maniera considerevole: oltre alla già citata "Daddy, ...", sono stati ripescati due classici immancabili, la dolce ballad "Just Take My Heart" (eseguita insieme ad una fortunata ragazza del pubblico, che è stata chiamata a duettare sul palco da Eric stesso), e il brano che forse ha dato più notorietà ai Mr. Big , l'acustica "To Be With You", eseguita con grande partecipazione degli spettatori.
Il lato più acustico del gruppo è stato oggetto di una buona parte dello spettacolo, in particolare grazie alle capacità di improvvisatore di Eric che, imbracciata la sua chitarra acustica, si è lanciato in un lungo e apprezzatissimo medley, tra cui spiccavano il ritmo country di "Goin' Where the Wind Blows", la malinconica e introspettiva "The Chain" e, su richiesta, un'altra dolce ballad come "Promise Her the Moon", affascinante anche in questa inedita versione. Menzione speciale la merita senz'altro un altro grande classico, "Wild World", in cui la scala di note nel ritornello originariamente eseguita dalla chitarra di Paul Gilbert, è stata sostituita da un coretto di "Lala-lala-lala-lala-la" da parte del pubblico, forse non propriamente intonato, ma sufficiente a renderlo ancora più partecipe e in grado di provocare il divertimento di un compiaciuto Eric.
Tra canzoni, siparietti tra il cantante e il pubblico, le circa 2 ore di concerto passano molto piacevolmente e troppo rapide e, dopo i saluti, la band torna sul palco per un veloce bis con "30 Days in the Hole", anch'essa molto apprezzata e teatro di numerosi interventi dei presenti, sollecitati dal frontman ad unirsi alla band nell'intonare il ritornello. Dopo di questa, altri saluti al pubblico che, seppur non molto numeroso, non ha mai smesso di farsi sentire e di tributare la giusta dose di applausi alla band e in particolare al vero protagonista della serata.
Alcune parole proprio per lui, Eric Martin, il carismatico leader dei Mr. Big che furono e mattatore dello show, un perfetto mix di grande cantante, buon chitarrista ma anche grande intrattenitore: non si contano i suoi siparietti, le sue storie, i suoi aneddoti raccontati con grande ironia e umorismo, capaci di generare forte ilarità e coinvolgimento ancora maggiore nel locale (esilarante in particolare l'episodio della visita a Como con la famiglia, con la moglie che chiede subito di George Clooney, causando lo sfinimento del cantante che l'apostrofa con una parola poco gentile durante questo racconto, "minacciando" poi i presenti di non diffondere il video con il termine incriminato su YouTube, per non incorrere poi nelle ire della dolce metà e in un nuovo divorzio, oppure ancora i rapporti non proprio felici con una fidanzata, rea di avergli fatto tagliare i suoi lunghi capelli neri, fino a farlo assomigliare ad un gigantesco... organo maschile!).
Un Eric Martin che ha dato anche una grande lezione di umiltà: sono ormai lontani i tempi in cui riempiva gli stadi con i Mr. Big ed ogni concerto con la band era un evento da sold-out, in particolare in Giappone e al famosissimo Budokan theatre; qui l'atmosfera era totalmente diversa, il piccolo locale non contava probabilmente nemmeno 250 presenze, eppure il frontman non si è risparmiato, ha dato l'anima in ogni canzone, su ogni nota e alla fine ha ringraziato concludendo con un "uno dei miei migliori concerti".
Un applauso anche alla band (composta da chitarrista, bassista, batterista e un corista) che, nonostante i soli 3 giorni di prova alle spalle con l'americano, si è ben distinta per capacità e professionalità, ben guidata da Eric, capace di condurre e dettare i tempi dei brani e gli attacchi delle canzoni, resi difficoltosi dalle sue numerose improvvisazioni; buona anche l'acustica del locale (nonostante alcuni problemi con i microfoni), con suoni ben distinti e la voce di Eric sempre in primo piano.
In definitiva, un gran bel concerto e un grandissimo Eric Martin, uno tra i migliori cantanti pop-rock degli ultimi anni e uno dei pochi (forse tra gli ultimi) rocker veramente genuini, cordiale, disponibile per autografi e foto di rito, ma soprattutto ammirevole nel dare sempre e comunque il massimo per il suo pubblico, qualunque esso sia: cosa che fa aumentare notevolmente il rimpianto per un artista troppo spesso e troppo ingiustamente sottovalutato dalle nostre parti...
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