Mi trovo a recensire le "Gymnopédies" di Erik Satie come fossero un album, anche se in realtà si tratta di una piccola raccolta di composizioni per pianoforte autonoma che solo l'industria discografica ha poi pubblicato in varie esecuzioni ed assieme ad altre raccolte di partiture dell'autore.
Le "Gymnopédies" sono uno dei capolavori del compositore di origini normanno-scozzesi che può essere forse considerato il padre del moderno minimalismo pianistico, ovvero il fautore di una musica da camera intimistica che perfezionò quanto già seminato da altri grandi contemporanei.
Il primo brano è estremamente famoso, in quanto utilizzato (spesso a sproposito) in moltissime situazioni: colonne sonore, pubblicità, servizi giornalistici. Qualcuno lo ricorderà eseguito da Sergio Rubini nel film "Al lupo al lupo" di Verdone. Di fatto la prima Gymnopédie è un concentrato di emozioni e sensazioni che supera i confini del "genere" e diventa un'icona della moderna musica da camera; oggi preferibilmente etichettata con termini meno retrò, ma nella sostanza analoghi. Il tocco post-romantico, la delicatezza con cui la mano deve affrontare la tastiera, l'atmosfera che si sublima tra le note è quanto di più commovente ed evocativo si possa immaginare. Sarà anche per questo che il pezzo viene usato in tutti i contesti che devono esprimere affettività, memoria, malinconia.
Le altre due Gymnopédie non sono da meno, anche se meno immediate. Proseguono il discorso della prima e non se ne discotano per impatto sonoro. Del resto l'ispirazione visuale di Satie era uniforme, nello scrivere questi tre gioielli.
Satie non gode ancora di fama assoluta, di per sè. Il suo repertorio è molto vasto e consta di tantissima musica da camera, ma anche di altre opere polistrumentali, che mettono in luce il suo approccio satirico e la sua verve bizzarra molto più che in lavori come le "Gymnopédies", per l'appunto. Ma è con queste ultime che si è guadagnato un posto d'onore tra i grandi, ben lungi dall'aver ancora consolidato la sua posizione importante nel panorama della musica contemporanea.
Le sue valenze vanno oltre la composizione di per sè, visto che scrisse DI musica e non solo LA musica. Certamente per i non addetti ai lavori riesce difficile fruire di questa parte della sua opera: la musica è più immediata. In ogni caso è giusto sapere che la portata di Satie va oltre le mirabili "Gymnopédies" e che anche la sua stessa vita di uomo e artista andrebbe approfondita per conoscere un personaggio di grande originalità culturale.
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