Mi sveglio in piena notte con una voglia matta di ascoltare un disco che riesca ad addolcirmi ed a riconciliarmi con le braccia di Morfeo… mi alzo a fatica e cerco tra la pila accatastata di fianco lo stereo… eccolo… !!! Erik, il folletto di New York. Le mie orecchie vengono subito pervase dalla sua magia (metto le cuffie perché i vicini… ) e le note del primo brano subito suonano… che so… il miglior Burt Bacharach impegnato in un viaggio onirico, "Look Where I Am (Well It’s Right Over Here)" è uno dei pezzi più ruffiani e suadenti che abbia mai sentito. Un'orchestrazione “cinematografica” conduce il duetto tra la voce del protagonista ed una tromba sordinata, riuscendo a dare al brano una tensione continua, senza per altro mai farlo scadere nel drammatico. “Painted On The Wall” è una perla cantautorale di ampio respiro folk, nel solco di Tim Buckley, pre-Nick Drake (senza scomodare il maestro Dylan o il profeta Guthrie), anche se qui arrangiamenti e strumenti non convenzionali al pop-rock, come il flauto dolce, sono sempre in primo piano.
Un po’ più malinconica (e già il titolo dovrebbe essere un indizio) è “Dead Afternoon Song” , che continua sulla scia tracciata dalla precedente… mentre “Be Off Man” è un nevrotico folk mediorientale in bilico tra i Byrds ed i Kaleidoscope (USA). “Why Come Another Day” è un dimesso lamento psichedelico per voce, chitarre e bizzarrie varie. “You Said/But I’ve Got My Own Way” chiude, in origine, il lato A, fondendo la claustrofobia dei Velvet Underground alla nevrosi dei Crazy Horse con una frenetica tensione che si impossessa della pur sempre dolce e pacata voce di Erik… che subito dopo torna gentilmente a dialogare con la sordina in “Lights Across The Field Bright Light Across The Field Too”. Il dimesso easy-listening di “Sweet Eyes Of” ci culla verso quello più robusto di “Georgeann” , mentre la successiva “ Untitled Number 2” è un sussurro di vago umore ispanico, con una fantastica chitarra melodica che esce dalle pieghe del pezzo, senza mai valicarlo, e prelude alla finale “ Triyumphant Breaking Bottle”, che suona come una road-track che ti accompagna in una passeggiata attraverso un deserta strada della periferia di New York.
Erik, a questo punto, gira l’angolo in fondo all’isolato e sparisce nel tenue sole mattutino… lasciandomi esterrefatto, con occhi ed orecchie ancora sgranati… ed il mio sonno è andato a farsi benedire… ma la luce del giorno mi sembra molto più bella, ora.
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