Erlend Øye, come tutti i ragazzi dotati di un minimo di senno, detesta le etichette.
Quella di “nu-acoustic-movement”, ricevuta dalla stampa inglese all’indomani del successo con i Kings Of Convenience, l’ha ripudiata fin da subito quando, troppo stretto in quella scatola musicale fatta di arpeggi e liriche sospirate, fece bagagli per scappare dalla tranquilla Bergen.
Fuggiva dalla noia della cittadina norvegese ma allo stesso modo era alla ricerca di una dimensione più adatta alla sua immensa voglia di elettronica. Berlino, sua attuale dimora, è sembrata perfetta: qui la musica digitale è ora più che mai di casa, qui il nostro rosso norvegese potè finalmente accantonare le vesti del Nick Drake di inizio millennio per accomodarsi alla console.
I risultati sono stati immediati, un album di remix, collaborazioni e soprattutto il primo album solista, “Unrest” nato cantando su basi realizzate da alcuni dei più interessanti dj del momento.

A questo punto entra in scena la !K7, etichetta faro guida di quasi tutte le nuove tendenze elettroniche nate in Europa sul finire degli anni ’90, che consegna nelle mani di Erlend Øye la realizzazione dell’ennesima compilation “Dj Kicks”.
Øye suona house, tecno minimale, elettro-clash, dimostrandosi dj atipico, certamente non tra i più esperti, fattore che paradossalmente anima di interesse la raccolta, liberata dall’essere, come accaduto in passato con artisti ben più rodati, una semplice carrellata di stili e mode.
Non ritiene scontato o poco cool scegliere hits, come “I Need Your Love” dei The Rapture e “If I Ever Feel Better” dei Phoenix, non si tira indietro davanti alla possibilità, che ai più farebbe gridare allo scandalo, di miscelare Röyksopp e The Smiths, propone nuove leve della musica elettronica, (Villalobos, Minizza e i romani Jolly Music) e recupera classici da club meno noti (Jorgen Paape e Justus Kohncke direttamente da Berlino), ma soprattutto sfata la figura fredda e distaccata del selezionatore di dischi dando sfogo, con numerosi interventi “acapella”, alla sua grande voglia di cantare.

In scena da quasi dieci anni, la collezione Dj Kicks è passata dall’attenzione degli esordi (le compilation di K&D e Thievery Corporation su tutti) all’uso e consumo dei soli dj con le pubblicazioni successive, al giovane Erlend e al suo sound ballabile ma non solo il compito di riaccendere l’interesse generale.

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