Black Power
Eleganza, sensualità, raffinatezza, groove: qualità che sono sempre state proprie della bella cantante afro-americana Erikah Badu. Alla pubblicazione del suo primo album, Baduizm uscito all’inizio del 1997, la Badu si è subito distinta tra le migliori donne della musica black in circolazione. Questa donna ha poi fruttuosamente collaborato con Guru (Jazzmatzz), Busta Rhymes, Common e altri big della black-music, ed è stata anche attrice, come nei film Le regole della casa del sidro ed in Blues Brothers (2000).
Esce ora il suo nuovo Cd Worldwide Underground, un magnifico album che si discosta percettibilmente dai suoi precedenti lavori. Un occhio al modern soul, un altro al funky anni ’70, in un accattivante mix tra il jazz di Billie Holliday (Badu ha somiglianze vocali con la Lady in Blue, è indubbio), il sound urbano alla Shaft e l’hip-hop sociale degli Arrested Developement. Un concentrato di free-soul e blaxplotation, stile Motown del periodo hippy. Splendido, accattivante, coinvolgente.
Da notare la copertina ed il booklet, chiari riferimenti a perline e all’afro-look, al black power e al"make love no war". Questo lavoro è squisitamente spontaneo, pensato come se fosse una lunga jam-session (in teoria sarebbe un Ep, ma dura 50 minuti), quindi qui siamo esentati dalla classica glam-kitsch produzione laccata e rigida tipica dell’odierna black-soul. A profusione invece bassi sleppati, chitarre colloquiali e una manciata di psichedelia scintillante. La sequenza che vi consiglio è The Grind, poi Danger (il singolo), Think Twice, Love Of My Life Worldwide: qui dal soul, si passa al funk, al jazz, per arrivare all’hip-hop e alla disco (un omaggio a Ring My Bell di Anita Ward?). Worldwide Underground è un fuoco caldo ed avvolgente, un rigenerante balsamo per le vostre gelide serate invernali.
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