Siate buoni è la mia prima recensione.
Gradito ritorno quello degli albionici Esoteric dopo l'allucinato Metamorphogenesis di qualche anno fa (era il 1999). Approdati con questo quarto album alla corte della Season of Mist, il doom del combo, quasi un doom cosmico per le atmosfere rarefatte, si fa sempre più visionario e intransigente. Platter con una durata inferiore agli standard a cui la band ci ha abituato in passato (di soli "50 minuti"!!... chi conosce Epistemological Despondency e The Pernicius Enigma sa di cosa sto parlando!) che si articola in 3 lunghi brani (più o meno un quarto d' ora ciascuno) più un'outro rumoristica, quasi al confine con il noise e non troppo distante dal suono "made in Cold Meat Industry" ("Arcane Dissolution"). Sound minimale e claustrofobico quello degli Esoteric, accostabile in più di una occasione al funeral di Thergothon e Skepticism, che tuttavia si carica in più di un'occasione di toni mistici e malinconici e che, per questo, potrebbe essere appetibile non solo per i doomster più incalliti ma anche per tutti gli appassionati di gothic, death o dark ambient.
Ma andiamo per ordine: "Morphia" apre le danze con i suoi 15 minuti e passa catapultandoci in una dimensione oscura e opprimente. Avete presente il celeberrimo Urlo di Edvard Munch?... bene!... questo brano, scandito da un incedere lento e ripetitivo, rende tangibile il feeling angosciante e depressivo che emana dal dipinto, interrotto di tanto in tanto da echi sintetici che rendono il tutto più greve e malsano. Le vocals di Greg, grezze e malsane, enfatizzano ulteriormente la negatività di questa composizione. Sprazzi di luce si intravedono con la successiva "The Blood of the Eyes" introdotta da un arpeggio e da una melodia che sa tanto di Anathema (periodo "Pentecost III"). Le vocals, estreme come sempre, non stonano per niente ricreando un'atmosfera particolare, onirica, decisamente di grande respiro. Ma è solo un impressione passeggera... le nuvole tornano ad addensarsi in cielo e così veniamo nuovamente catapultati in un girone infernale fatto di riff monolitici e urla strazianti. "Grey Day" è il terzo pezzo e come preannuncia il titolo, è un altro tributo alla sofferenza e all' annichilimento. Sopra una ritmica ossessiva e ripetitiva fino allo spasimo si stagliano una serie di suoni surreali, di armonici, note di pianoforte sospese lì... immobili... donando al brano un che di vissuto, di ancestrale, di remoto. Così il pezzo prosegue la sua litania fino a stemperare i suoi toni nell'outro rumoristica "Arcane Dissolution" geniale conclusione che dono al lavoro una sua completezza, una sua circolarità. L'incubo finisce e possiamo riaprire lentamente gli occhi, anche se permane una sottile inquietudine che il silenzio della nostra stanza sembra alimentare.
Album piuttosto forte, quello degli Esoteric, inevitabilmente ostico ad un primo ascolto ma straordinariamente ricco di emozioni. Non un prodotto per tutti, quindi, specialmente per tutti coloro che possiedono un approccio easy alla musica. Apprezzare a fondo un lavoro come questo è un compito che richiede una notevole dose di perseveranza ma, una volta assimilato, ripaga ampiamente l'ascoltatore. Provare per credere.
Elenco e tracce
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Altre recensioni
Di SUPERVAI1986
"Ecco cosa rappresenta la musica degli Esoteric, un messaggio mistico circondato da un Doom catastrofico cosmico."
"Un album duro, decadente, atmosferico, surreale, un manifesto, un marchio di fabbrica del Doom più catatonico e tenebroso."