Gli Eternal Ruin non li vuole un cazzo di nessuno; si trovano poco da scaricare e tantissimo nei polverosi magazzini delle Distro (dove li ho trovati io). Gli Eternal Ruin non li conosce un cazzo di nessuno; nemmeno sui forum pertinenti nessuno ne sa niente. Per forza, se nessuno li vuole, nessuno li conosce. Ma Tepes si, e gli vuole anche bene.
Sono quattro tizi Newyorchesi che ho comperato praticamente solo perché c'era l'Artwork di Jon Zig (anche se non è proprio niente di speciale): già nemmeno io li conoscevo. Eppure sono già autori di un album, quello che mi appresto a recensire, e di uno split con i Leukorrhea. Ma come già sapevamo, la fortuna non sempre bacia tutti e gli Eternal Ruin sono stati bellamente evitati dalla dea bendata.
Ho detto che vengono dalla Grande Mela e chi conosce il genere probabilmente si starà già leccando i baffi. New York infatti e da sempre patria di un Brutal Death DOC dotato di caratteristiche sonorità opprimenti e molto minacciose (Suffocation, Dying Fetus, Immolation, Skinless tanto per dirne alcuni) che non ha mai tradito i fan. Pur avendo archiviato da tempo il filone Newyorchese, non mi ci è voluto molto per individuare le vistosissime analogie con i concittadini Immolation, a partire dalla voce in tutto e per tutto simile a quella di Ross Dolan.
Come dicevo, si potrebbe dire che sono di New York anche senza saperlo tanti e tanto forti sono le caratteristiche che li collegano a questa area geografica.
Il sound, così cupo e nichilista, fa già respirare un'aria diversa rispetto a tante altre band Brutal Death. A partire dalla bellissima opener "Creature Of Habit", inizia un cd dagli standard compositivi decisamente elevati; per quanto mi riguarda sono stato abbastanza colpito dalla quaterna iniziale ("", "Decomposing Salvation", "Human Toll", "..."). Non è frequente infatti, almeno ora che nel genere ci sguazzo da un po', che io rimanga colpito dalle prime canzoni e di solito un disco ha bisogno di numerosi ascolti prima che io riesca ad elaborare un giudizio. Per questo "Decomposing Salvation" non ho avuto bisogno di molto tempo per capire che si trattava di un disco veramente buono. La struttura delle canzoni, pur non elaborata, è frutto di un songwriting del quale non si può non apprezzare la spontaneità e, per certi versi, la scioltezza. I rallentamenti sono fatti come impone la tradizione cittadina e quindi sono dotati di un impatto veramente devastante che difficilmente fa tenere la testa ferma. Le accelerazioni sono meno curate e, nonostante trovino parecchio spazio, di certo non sono la parte meglio venuta del lavoro. Difetto principale di questo album è la scarsa tecnica degli esecutori. Per quanto non ci siano errori né sbavature di alcun genere, una maggiore complessità strumentale avrebbe potuto rendere questo buon disco un autentico Must Have. Mentre si può chiudere un occhio sul Riffing (anche se decisamente privo di sorprese) perché egualmente efficace anche senza essere virtuoso, più difficile è apprezzare un Drumming veramente noioso in cui, nel giro di pochi ascolti, l'ascoltatore arriva ad inventarsi molte, più intriganti variazioni che avrebbero reso la sezione ritmica infinitamente più tecnica (tutto questo senza essere batteristi).
Al di là delle consuete rullate di doppia cassa e i soliti Blast Beat nemmeno tanto veloci, il nostro non si esibisce in nulla di speciale e fa la figura dell'impreparato. Nonostante questo, il disco merita attenzioni ed un buon giudizio. Ho trovato infatti molto coraggiosa la preferenza di rifarsi al vecchio sound Newyorchese in un anno come il 2006, che offriva soluzioni alternative spesso sopravvalutatissime. Questa scelta infatti, abbastanza umile ma più che mai sensata, li ha portati a creare un album dotato di personalità e per nulla obsoleto pur dotato di un gusto Retrò, tanto che si potrebbe pensare di essere di fronte ad una molto avanzata proposta di inizio o metà anni novanta.
Purtroppo, come accade anche ai ben più famosi Immolation, la scelta di essere fedeli ad un sound consolidato non sempre è vincente e porta cd di buon livello come "Decomposing Salvation" ad essere saltati a piè pari. Consigliato vivissimamente agli amanti di queste sonorità, a metallari retrogradi e a chi ne ha le palle piene di Brutal Death imbastardito con altri generi più o meno raffinati. Sconsigliato ai virtuosi, agli innovatori e a chi non ama il Brutal Death vero e proprio.
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